Grignetta: Cresta Sinigaglia integrale… quasi invernale

PIANI RESINELLI (LC) 1.300 m s.l.m. – BIVACCO FERRARIO 2.178 m s.l.m. Cresta Sinigaglia Integrale Invernale – disliv. positivo 900 m – sviluppo 7,7 km – Difficoltà PD (variabile a seconda delle condizioni di innevamento)

Si racconta sia inverno, così dicono eppure… poca poca neve sulla Sinigaglia 🙁 dunque meno “pepe” di quello che ci saremmo aspettati: le ultime giornate di sole hanno asciugato tutto.

Dopo un periodo di “montagna facile”, senza stress, senza alzatacce, senza avvicinamenti tosti, avevamo voglia di riprendere a camminare e magari spicozzare un po’: ci mancava l’inverno con la sua severità, la sua fatica e ovviamente la sua bellezza intrinseca. Ma consapevoli dello scarso allenamento a tutte queste cose abbiamo puntato su qualcosa di fattibile, sulle montagne di casa: la Cresta Sinigaglia versione integrale non l’avevamo ancora mai percorsa, seppure ne avessimo assaporato dei tratti in passato, proprio in inverno (ad esempio in uscita dal Canalone Porta).

Con queste condizioni, ovvero ahinoi con poca neve e perfettamente tracciata, le difficoltà sono ridotte all’osso, ciò non toglie che il percorso sia divertente e molto panoramico. Se siete alla ricerca di qualcosa di più ingaggiante c’è la Segantini (che, a seconda delle condizioni, è o rischia di essere tutta un’altra cosa in inverno!).

Per info più dettagliate vedere il Giudizio a fine articolo.

Descrizione della Salita

Due possibilità per il parcheggio, per come abbiamo affrontato l’anello noi: o gli spazi disponibili presso i Piani Resinelli, a pagamento, oppure lungo la Via Carlo Mauri, negli slarghi a bordo strada: la Via Carlo Mauri andrà comunque percorsa a piedi, prima asfaltata poi sterrata, fino alle prossimità dell’Alpe Muscera (se si vuole stare sulla Sinigaglia integrale).

Percorrendo la strada si supereranno il bivio per il Rifugio Porta, il Rifugio Soldanella, il Canalone Porta e il bivio per il sentiero estivo della Cresta Sinigaglia: si può anche prendere questo sentiero, ma così facendo si taglieranno i prati del versante Sud Ovest della dorsale e si salterà tutta la prima parte di cresta.

Poco prima dell’Alpe Muscera e del suo laghetto, invece, è possibile intercettare la linea di cresta vera e propria, che sale con pendenza costante fino ai primi piccoli gendarmi calcarei, facilmente aggirabili a meno che non si voglia salirli uno dopo l’altro: non c’è un sentiero vero e proprio.

In alcuni punti la cresta diventa aerea (attenzione a chi soffre l’esposizione!) ma sempre comoda da camminare: se la situazione non è quella che abbiamo trovato noi – con ampi prati verdi sigh – è opportuno fare attenzione alla formazione di cornici.

Poco prima dei Magnaghi abbiamo trovato un muretto di roccia da risalire, gradonato (max III); nel nostro caso non v’era traccia di neve o ghiaccio: c’è chi l’ha affrontato con i ramponi ai piedi e chi ha preferito senza.

La linea di cresta si avvicina dunque alle pareti dei Magnaghi, convergendo verso le bastionate rocciose ben visibili con la loro croce sulla sinistra, dove vi sono delle belle linee di arrampicata (noi ci abbiamo provato ben due volte a concatenarli ‘sti Magnaghi, ed entrambe le volte abbiamo preso l’acqua! ) normalmente non praticabili o difficilmente praticabili in inverno.

Raggiunto l’apice della cresta, al di sotto di pareti rocciose verticali con un camino dove si intravedono un paio di chiodi nella roccia, parte il primo traversino dotato di cavo fisso e staffe, che ci consente di cambiare versante in pochi metri, seguito da un canalino più verticale (saltino del gatto) e di nuovo dalla cresta.

Poco dopo c’è il cartello che segnala il bivio per il Canalino Federazione e la Traversata verso il Grignone, che si ignora; segue una breve sezione attrezzata con catene, di nuovo cresta per qualche metro e altrettanto breve discesa sempre agevolata dalla presenza di catene. Un ultimo muretto attrezzato ci condurrà direttamente sulla cima della Grigna Meridionale, Grignetta per gli amici!

Qui c’è di norma un discreto affollamento di persone e… gracchi alpini, belli ingrassati da tutto il cibo che riescono ad estorcere agli umani. Fidatevi, sono molto molto insistenti (ma anche molto molto socievoli) 😉

Descrizione della Discesa

Dalla cima è possibile scegliere diverse opzioni di discesa: la più semplice è la Cermenati, sul versante opposto a quello dove siamo arrivati: percorrendo tutta la cima della Grignetta si incontra un primo tratto molto breve, in discesa, attrezzato con due catene che permettono di superare dei saltini, poi si scende per sassaia e sentiero spaccaginocchia (se c’è neve… meglio!) fino al Rifugio Porta ed infine al parcheggio, già visibile da abbastanza in alto.

Altrimenti, ma dev’esserci una buona neve che nel nostro caso mancava all’appello, si può optare per la linea veloce scendendo dal Canale Caimi, circa 40°, che solitamente preferiamo. Trovate la descrizione della discesa dal Caimi in questa relazione, relativa al Canale Pagani, altra classicona della Grignetta invernale.

Oggi abbiamo fatto un anello passando – gioco forza – dalla Cermenati: ramponi tolti a circa 1/3 della discesa.

Giudizio

Come detto nell’incipit le condizioni in cui abbiamo trovato la cresta hanno notevolmente abbassato le difficoltà alpinistiche, che pure su questo percorso non sono certo estreme – nella maggior parte dei casi.

Basti pensare che le picche sono rimaste legate allo zaino: tutto il percorso risultava infatti perfettamente tracciato e battuto, molte le parti senza neve, le catene dell’ultima sezione totalmente scoperte e dunque utilizzabili e visibili. Ovviamente è un caso in inverno, potrebbe non essere così (anzi si spera non sia così!), quindi averle – assieme ai ramponi, al casco, all’imbrago, alla corda e a tutto quello che fa parte della dotazione alpinistica – è necessario. A ognuno decidere quale attrezzatura utilizzare, a seconda delle condizioni e della propria esperienza, questioni che non vanno mai sottovalutate.

Il percorso resta praticamente sempre in cresta, allungando un po’ – per traccia – quello che è il normale sviluppo della Sinigaglia, che si svolge su sentiero segnalato (vedi Descrizione della Salita); con un buon innevamento la progressione risulta più faticosa ma anche più divertente, mentre il panorama di cui si gode è davvero bello in tutti i casi: la vista si apre sul vicino Grignone, sulla Valsassina, sul Lago di Como, si passa proprio sotto le pareti dei Magnaghi e all’orizzonte lo sguardo si perde sulle cime più lontane.

Sui pendii sottostanti vi capiterà di osservare gruppi di camosci che pascolano indisturbati: qui non è una rarità, sono di casa!

Eccolo qui, il primo di tanti

Anche dal punto di vista dell’impegno fisico le condizioni di innevamento fanno pendere l’ago della bilancia o verso una discreta sfacchinata o verso una piacevole “escursione”: nel nostro caso la seconda 🙂

E’ comunque un approccio alla Grignetta di “medio” impegno per questo anche molto gettonato, senza arrivare alle processioni che si incontrano sulla Cermenati: può crearsi qualche collo di bottiglia in corrispondenza dei tratti ferrati, che comunque sono tutti nella parte finale, molto brevi.

Per noi è stato un bel modo di rimettere in moto le gambe, divertendoci senza patemi: con uno sviluppo di quasi 8 km e i soliti 900 metri di dislivello ben si presta alle brevi giornate invernali, anche se – nel dubbio – la frontale ce la portiamo sempre dietro 😀
Oggi siamo stati stranamente efficienti 😀 😀 😀 e nonostante qualche attesa in coda nei tratti ferrati, abbiamo anche potuto goderci il pranzo al Forno della Grigna, oltre alla meritata pausa in vetta… evitando la coda ben più antipatica sulla SS36.

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