PIANI DI BOBBIO (1.650 m s.l.m. circa) – TORRE DELLA LUNA (1.900 m s.l.m. circa) – Arrampicata classica – Difficoltà VI (V+ obbl.) – Sviluppo 180 m circa – Esposizione sud
Domenica è stata l’ultima occasione per noi di fare una vietta in montagna per qualche tempo: siamo ormai in partenza per l’Indonesia e lì sicuramente non scaleremo!😅.
Tempo fa avevo scoperto questa linea sul lato sud del Pesciola, area che fino ad oggi avevamo esplorato solo attraverso la ferrata (millemila anni fa!) e quindi eravamo curiosi di vedere se le vie di arrampicata su questo versante fossero altrettanto belle quanto quelle sul lato nord (che ormai, più o meno, abbiamo esaurito!😅)
Dopo averla ripetuta, non possiamo che dire che la Bella Addormentata è una via che si difende molto bene e che secondo noi merita una ripetizione!
Roccia di ottima fattura nei muri verticali, poi c’è qualche passaggio su cengia erbosa…..ma questo a noi non ha creato disturbo e anzi….sono stati attimi di relax tra un tiro duro e l’altro!🤪
La chiodatura è davvero essenziale: se non ricordo male, ho contato 6 spit in tutta la via, soste escluse (ci sono comunque 2 spit per sosta, e in ottimo stato).
Ad ogni modo la roccia è estremamente lavorata e si integra molto facilmente (QUASI…) sempre.
Inoltre gli spit sono posizionati proprio nei punti dove l’integrazione non è possibile, quindi la via è ben pensata dagli apritori (P.Buzzoni, S.Canali, G.Franco Tantardini, 1 giugno 2008).
Inoltre questo versante del Pesciola è davvero bellissimo e offre paesaggi a cui non eravamo abituati.
Per non parlare del fatto che da questa parte ci passano si e no 4 gatti: sulle pareti oggi eravamo da soli al 3 di agosto!!
Insomma, nell’insieme la via ci è piaciuta molto!
Vi raccontiamo di più nel giudizio in fondo e nelle foto….se volete😉
Per chi cercasse eventuali alternative, di seguito riportiamo le vie che abbiamo percorso sul gruppo del Pesciola / Campelli / Barbisino con relative relazioni:
– Via Comici / Cassin – Zucco Campelli
– Via Bramani – Zucco Pesciola
– Via Gasparotto – Zucco Pesciola
– Spigolo dei Bergamaschi – Zucco Pesciola
– Cresta Ongania invernale – Zucco Pesciola
– Via Bramani – Zucco Barbisino
Avvicinamento
Consigliabile prendere la funivia dei piani di Bobbio: costo 18 euro andata e ritorno nel 2025.
Poi se siete irriducibili si può anche salire a piedi, ma noi quella strada l’abbiamo fatta tante di quelle volte che ormai c’è passata la voglia🤪.
Dall’arrivo degli impianti, seguire verso il rifugio Lecco che si raggiunge in circa 20 minuti.
Poi da lì, seguire per il Sentiero Degli Stradini che porta prima ad una piccola sella per poi procedere più o meno in piano lungo il versante sud della montagna (vedere foto). E’ il sentiero che collega i Piani di Bobbio ai Piani di Artavaggio.
Continuare fino a raggiungere il bivio per la ferrata del Pesciola (bisogna prestare attenzione ad un piccolo cartello sulla sinistra, quando si raggiungono i primi gendarmi).
Da qui continuare per altri 200 metri circa fino ad un grosso canalone detritico.
Abbandonare quindi il sentiero e seguire il canale con qualche balzello roccioso (qualche ometto poco visibile).
Si va oltre il primo piccolo gendarme e da lì si arriva a vedere la Torre della Luna.
Continuare a salire nel canale fino quasi in prossimità della Torre, poi uscire a sinistra raggiungendo un canalino più piccolo che consente di salire fino alle pareti.
La via si trova subito a sinistra del canalino di detriti, segnata da una scritta poco evidente sulla roccia.
Vecchio chiodo visibile a circa 5-6 metri di altezza e più sopra spit più luccicante (anche qui, vedere foto, circa 30 minuti dal Rifugio Lecco).
Descrizione dei tiri
- V (20m) – Consigliabile partire un po’ a destra rispetto alla vecchia scritta bianca, dove la roccia si presenta più lavorata. C’è una scritta più nuova “intagliata” nella roccia, ben più visibile.
Da qui piegare in diagonale sinistra superando il primo muretto.
Salire quindi in verticale fino ad uno spit (meglio allungarlo!) e con mani e piedi delicati attraversare a sinistra verso lo spigolo, passando sotto un piccolo tetto.
Continuare poi in verticale dove si può proteggere e salire l’ultima rimonta ammanigliata ma un po’ aggettante. Sosta poco dopo. - III / I (25m) – Ci si sposta 2 metri a destra della sosta e bisogna rimontare un diedro con ottime prese per le mani ma con i piedi iniziali molto alti.
Una volta alzati i piedi, seguire il facile diedro per qualche metro, uscire quindi alla sua destra e proseguire poi per prati fino alla parete di fronte, dove si traversa delicatamente su erba verso destra raggiungendo la sosta alla base di una placca molto verticale. - VI / IV+ (25m) – Tiro chiave: attaccare appena a destra della sosta e risalire una placca delicata fino ad un buchetto per le mani che consente la spittata.
Ancora leggermente verso destra per arrivare ad una presa netta su roccia bianca e raggiungere la spaccatura dove si può proteggere con friend.
Passo deciso verso lo spit successivo e poi uscita verticale e sprotetta verso una lama abbastanza buona, oltre la quale stare un po’ a destra fino ad uscire dal muro.
Si imbocca poi un diedro non difficile che si risale per qualche metro fino alla sosta su terrazzino che sta sulla sinistra, in spigolo. - IV / V+ (28m) – Dritti o appena a sinistra della sosta, si raggiunge la cima del piccolo gendarme e poi si gira dietro lo spigolo, dove si palesa un evidente diedro.
Salire prima un paio di metri in placca/spigolo fino ad uno spit, poi traversare a destra verso il diedro che si risale abbastanza facilmente sfruttando i piedi sulla destra.
Uscire quindi a sinistra su terrazzino.
Salire un facile masso (chiodo) e proseguire fino ad uno spit alla base di un diedro strapiombante. Qui alzarsi qualche metro per poi uscire a sinistra in placca (esposto ma più facile e lavorato… e proteggibile).
Sosta ben visibile poco sopra. - V+ / II (20m) – Salire la bella placca sopra alla sosta (più facile partendo a sinistra per poi spostarsi al centro) fino ad un vecchio chiodo.
Quindi in verticale raggiungendo delle lame rovesce a sinistra, sotto un leggero strapiombo (spit poco sopra).
Bisogna guadagnare la spalla in alto a sinistra per avere delle buone mani, vedete voi come fare… noi che siamo nani abbiamo usato il rinvio 🙂
Ad ogni modo una volta raggiunta la spalla, dopo ci sono dei buoni appigli.
Quindi su terreno più semplice in leggera destra (chiodo) e infine per prati e roccette fino alla sosta finale.
Discesa
Se si percorre solo questa via, la discesa è in doppia lungo la stessa.
Fate attenzione però perché l’incastro delle corde, soprattutto se fate il nodo sulle mezze, è praticamente garantito (a noi è successo sulla prima calata dalla vetta!).
Meglio scendere usando una singola corda sfruttando tutte le calate a disposizione fino alla sosta di L2, quindi fare una calata più lunga con le mezze (circa 50 m) nel canale sottostante, ritornando all’attacco.
Invece che scendere, è anche possibile proseguire oltre raggiungendo la cima del Pesciola con altre vie (da quello che sappiamo noi c’è una via chiamata Sylvie sul 6b max e una via più facile ma totalmente da proteggere (5b max), Oltre la Luna).
Ad ogni modo, se scendete, ripercorrete il canalone e il sentiero dell’andata.
Se invece salite, dalla cima del Pesciola è meglio scendere dal canale della madonnina sul versante nord che è il modo più semplice e veloce.
Giudizio
Bella via, piuttosto continua sulle difficoltà a parte qualche cengia di intermezzo.
Qualche protezione c’è (6 spit + qualche vecchio chiodo) e stanno nei punti indispensabili, ma per il resto sta a voi…..molto utili friend medi, dadi e cordini vari.
In ogni caso il tipo di roccia è generoso sulle possibilità di integrazione autonoma (R1 direi).
Il terzo tiro è bello intenso e secondo noi è più duro del V+ nominale dato dagli apritori…almeno fatto a vista! Per cui gli attribuiamo un bel VI pieno (o in altri termini 5c bastone, come preferite 😛 ).
Per il resto la via è gradevolissima, in un ambiente isolato e poco frequentato, con soste sicure e qualche spit utile nei punti meno proteggibili.
Ci si diverte e ci si ingaggia, ma magari è meglio affrontare questa via con un po’ di margine sul grado vista la necessità di proteggersi autonomamente su tutti i tiri.
Inoltre, sulle calate fate attenzione: noi abbiamo usato entrambe le mezze col nodo di giunzione e nella prima calata ci è rimasto incastrato….con conseguente necessaria risalita sulla corda col Machard…non molto simpatico.
Sicuramente sarebbe meglio usare una corda sola per le prime tre calate, fino a raggiungere la sosta di L2, per poi da lì fare una lunga calata nel canale fino a “terra” sfruttando entrambe le mezze.
Essendo in pieno sud e in quota, si può scalare anche nelle mezze stagioni.
Noi abbiamo avuto freddino oggi, ma l’abbiamo salita in un momento in cui l’estate sta avendo una sterzata verso il freddo e non fa testo😅.
Se cercaste qualcosa di un po’ più protetto, mi hanno detto che esiste anche la via Patrizia, sempre sulla sud del Pesciola e più o meno sulle stesse difficoltà (forse qualcosina in più, ma anche più protetta!).
Non l’abbiamo ancora fatta, in ogni caso sappiate che c’è!😉.
Per chi ama l’arrampicata classica invece, questa via è un buon compromesso e regala il giusto ingaggio offrendo però anche qualche margine di sicurezza.
A ciascuno il suo……choose your route!! 😉
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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