Via Mitico Vento a Machaby – Nomen omen!!!

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Loc. Champagnolaz, Arnad (AO) 360 m s.l.m. – Corma di Machaby Loc. Case Fara – Via lunga di arrampicata – Difficoltà 6b, 6a obbl. – 12 tiri, Sviluppo arrampicata: 400 m – Esposizione: Sud

Eh sì, il nome di questa via è un presagio. E sicuramente non si chiama così per caso…

Il bello è che le previsioni le avevamo anche guardate, con particolare attenzione al vento, ben sapendo che in generale sul Paretone è una costante: non avrebbe dovuto essere nulla di rilevante, invece… Da metà via in avanti, circa dopo il quinto tiro, una leggera brezza che faceva anche piacere si è trasformata in forti raffiche ventose, tanto che abbiamo dovuto rinunciare agli ultimi due tiri della via (sigh!).
Mitico Vento, infatti, si sviluppa in un punto particolarmente esposto e scalare su placca delicata sbandierando non è proprio una goduria.

Peccato perchè il penultimo tiro è proprio un tiro chiave, una bella placca di 6a di cui abbiamo percorso solo i primi metri prima di desistere.

Visto che ormai mancava poco alla cima siamo usciti con gli ultimi 3 tiri dello Dzerby, una via che avevamo già percorso e che abbiamo ritrovato ravanando tra la vegetazione per una sessantina di metri verso sinistra (faccia a monte).

La via è piacevole anche se discontinua, con tiri decisamente più duri e tiri più semplici ma mai banali, spesso divertenti, un paio di lunghezze di raccordo sempre segnalate da bolli gialli e targa.

Avvicinamento

Percorrere la SS 26 della Valle d’Aosta puntando all’Osteria l’Arcaden, situata a sud del centro di Arnad.

Attualmente (2023) i parcheggi prossimi all’Osteria l’Arcaden sembrerebbero destinati ai clienti dell’Osteria stessa (quello basso sicuramente, quello alto – inerbito e più ampio – non è chiaro se nella sua totalità o meno); poco più a sud dell’Osteria, lato monte, c’è un altro parcheggio disponibile nel caso.

Lasciata l’auto dove possibile, arrivare a piedi nei pressi dell’Osteria, sulla destra della quale (faccia a monte) si percorre dapprima un tratto di strada asfaltata a fondo cieco, per abbandonarla pochi metri dopo prendendo un ponticello che costeggia delle vigne, puntando verso le pareti.

Oltrepassato il ponticello imboccare il sentiero che sale nel bosco per poi traversare a destra (faccia a monte); si costeggiano alcune placche rocciose, risalendo poi accanto a muri a secco e ruderi, superati i quali si sale fino alle vicine pareti.

La via Mitico Vento si trova tra Urca Urca e Lo Dzerby, segnalata da apposita targhetta metallica.

Descrizione della via

  1. 5c (25m) – Partenza su placca avara e verticale, con qualche piede scivoloso. Poi la pendenza diventa meno marcata ma la chiodatura si allunga molto e i passi rimangono delicati. Quindi primo tiro decisamente impegnativo, soprattutto a freddo.
    Sosta comoda su terrazzino.
  2. 4c (25m) – Seguire l’enorme lama verso sinistra, poi verticalmente su placche e rimontine non difficili fino alla sosta.
  3. I (30m) raccordo – Attraversare a destra seguendo le protezioni della ferrata fino alla sosta sotto una specie di scivolo (targhetta argentata e freccia bianca verso l’alto).
  4. 4c (45m) – Superare un muretto con prese svase per entrare poi in uno scivolo naturale della roccia. Al suo termine uscire a destra e poi per facili placche in verticale fino alla sosta sotto uno strapiombo.
  5. 5b (40m) – Superare lo strapiombo (ben protetto) sfruttando le buone mani e i numerosi piedi disponibili. Poi per diversi metri su placche più facili (5a) fino alla sosta.
  6. III (40m) raccordo – Attraversare verso destra fino a girare dietro uno spigolo, poi salire per balze fino ad un albero (proteggere con un cordino) e poi con un passo esposto in spaccata raggiungere la sosta alla base di uno spigolo.
  7. 5b/a (50m) – Rimontare lo spigolo con qualche passo esposto e con chiodatura a tratti molto distanziata. Negli ultimi metri la placca diventa più generosa fino alla sosta, questa volta appesa anche se non scomodissima (a parte il vento maledetto).
  8. 5a/b (45m) – Bellissimo muretto verticale a gocce con appigli ed appoggi generosi e piacevoli all’arrampicata. Al suo termine, proseguire per placche più appoggiate fino alla sosta.
  9. 6b (50m) – Salire sopra la sosta verso destra fino ad una placca appoggiata che si supera sfruttando il diedro di sinistra. Raggiungere poi l’ampia fessura dove si raggiungono abbastanza facilmente i primi 2 spit alzando bene i piedi.
    Passi più impegnativi e tecnici per risolvere la parte centrale della fessura (in parte azzerabili) e poi passi obbligatori di 5c in uscita dove si piega in leggera sinistra per placche fino alla sosta.
  10. 3c (20m) – Per facili placchette alternate a ciuffi d’erba in leggera diagonale destra.
    Poi rientrare appena a sinistra per la sosta. Eventualmente concatenabile col tiro successivo (55m totali).
  11. 4c (35m) – Sempre per placche, queste un po’ più delicate in certi tratti, fino alla sosta poco prima di un boschetto. Volendo si può procedere fino alla parete successiva (15m circa) dove si trova la sosta alla base del tiro dopo. Occhio solo alla vegetazione.
  12. 6a (55m) – Tiro duro e a tratti con chiodatura piuttosto lunga.
    Si parte in un diedro con primo passo ostico, poi a sinistra sulla placca bianca.
    Spostarsi quindi a destra su roccia più scura e leggermente più generosa seguendo delle fessure verticali.

    Qui noi siamo scesi perché purtroppo il vento laterale era davvero insostenibile e ci era impossibile fare i passi di equilibrio richiesti da questa placca.
    Ad ogni modo proseguire sulla placca che man mano diventa più semplice fino ad una fessura verticale che oppone un altro passo sul 5c/6a.
    Quindi ultimi metri più semplici e infine in sosta.
  13. 4c (45m) – Per facili e piacevoli placche fino al termine della via (riportiamo quanto scritto da altri perché noi dalla sosta del dodicesimo tiro siamo poi usciti a sinistra fino alla via “lo dzerby“).
Il nostro commento dalla cima

Discesa

Seguire gli ometti e tracce di sentiero guadagnando la cima vera e propria, per poi ridiscendere in uno spiazzo con staccionata (Belvedere Machaby) dove si trova una mini palestra di roccia. Da qui in una decina di minuti, su sentiero più evidente andando verso sinistra, si raggiunge l’abitato di Machaby.

Scendendo lungo la mulattiera sempre sulla sinistra si entra nella valletta sull’opposto versante rispetto alle vie d’arrampicata: con una discesa comoda in bei castagneti si supera un ponticello di legno e ci si ricongiunge alla strada asfaltata che si segue (diversi tagli possibili) fino ad un bivio con una cappelletta votiva, al quale si prende a sinistra raggiungendo in breve l’Osteria l’Arcaden.

Giudizio

La via è stata richiodata rispetto all’originale, non esattamente in modo plaisir specialmente sui tratti meno impegnativi: dove c’è il passo duro però gli spit non mancano. Difficilmente integrabile. Le soste sono tutte collegate (2 spit+catena) e dotate di anello di calata.
Vista la chiodatura occorre un po’ di serenità sul grado, che – a nostro parere – è un po’ più di 5c obbligatorio.

E’ una via lunga, con tiri quasi tutti oltre i 35 m: richiede quindi una buona preparazione e velocità nelle manovre. L’ambiente è sempre molto bello e la via logica e gradevole, divertente.

La roccia risulta un po’ lisa dalle ripetizioni in alcuni punti, anche se in generale è buona. Se volete roccia super (almeno per ora!!!) conviene optare per Me te Spleucco, che è anche più continua e decisamente ben protetta.

Come avrete capito dall’intro la questione vento è fondamentale: non solo perché con vento forte la scalata diventa davvero difficile, ma anche perché le continue raffiche in piena parete dopo un po’ risultano fastidiose e snervanti.
Utile avere con sé le radioline, perché in molte lunghezze non si è a tiro di voce!

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