Via dei Camosci e Cima Branca – Val Rosole – Ghiacciaio dei Forni

Rifugio Forni – Santa Caterina (SO) 2.200 m s.l.m. – Rifugio C. Branca 2.493 m s.l.m. – Cima Branca 3.000 m s.l.m. – Via dei Camosci – Multipitch – difficoltà: max 5b (4c obbl.) sviluppo 210 m

Appena rientrati dal nostro viaggio in Francia sui monti Ecrins, giungiamo a Milano durante la settimana più calda del 2023, con 38°C all’ombra e senza condizionatore in casa 😀 😛

Nemmeno il tempo di disfare i bagagli, decidiamo di prenotare al volo un paio di giorni al rifugio Branca, sul ghiacciaio dei Forni, luogo a noi caro e che tendiamo a visitare ogni anno più o meno in questo periodo insieme al Servizio Glaciologico Lombardo e agli amici dell’università di Urbino.

foto scattate da noi a 2 anni di distanza, il punto di vista non è il medesimo, tuttavia si vede perfettamente quanto “ha perso” il ghiacciaio

Questa volta non abbiamo avuto il tempo di organizzare i rilievi con loro, quindi saliamo con la sola idea di stare al fresco e di provare a scalare un po’ in quota, nella speranza che almeno lì non faccia un caldo mortale.

Speranza che purtroppo si vanificherà una volta giunti in loco: difatti troveremo oltre 25°C a 2.100 m di quota e un sole che brucia letteralmente la pelle!

Così il primo giorno ci limiteremo a fare 2-3 tiri nella piccola falesia sotto al rifugio mentre il giorno successivo decideremo di andare a visitare la Val Rosole – che ancora non conoscevamo – e di salire questa breve via dei Camosci attrezzata nel 2004 da Eraldo Meraldi, nota guida alpina lombarda che ha chiodato più o meno tutto ciò che c’è da scalare qui nell’intorno (grazie!).

Al termine della via faremo anche un salto sulla vicina Cima Branca che con i suoi 3000 m regala una splendida visuale sul Monte Pasquale, sul Cevedale, sul Gran Zebrù, sul Palon de la Mare e sul ghiacciaio, con la Val Rosole proprio sotto di noi.

La via è più un espediente che altro, difatti non regala grandi emozioni dal punto di vista dell’arrampicata.
Detto questo l’ambiente circostante e il paesaggio compensano alla grande e valgono da soli il prezzo del biglietto… e il trasporto delle corde.

Avvicinamento

Da Santa Caterina Valfurva si imbocca la strada che sale verso il parcheggio dei Forni (10 € al giorno in alta stagione in questo 2023) e si lascia l’auto ai piedi dell’omonimo rifugio / albergo.

Prendere poi la strada che dallo stesso conduce verso il rifugio Branca, che si raggiunge in poco più di 45 minuti: consigliata la strada bassa – più panoramica rispetto alla jeeppabile – che ricalca l’andamento del torrente Frigidolfo sul versante idrografico destro. Sul versante sinistro poi c’è un sentiero, altrettanto bello, che fa un giro più lungo con l’attraversamento di qualche ponticello.

Imboccare quindi la Val Rosole tramite il “sentiero delle trincee” che risale proprio alle spalle del rifugio Branca, seguendone la traccia fino a quando inizia a risalire sulla morena centrale.

Dopo il primo pezzo di morena, traversare a sinistra in direzione della valletta erbosa e del relativo torrente, più bassi (non salire sulla morena centrale!!). Rimontare quindi sulla morena ancora più a sinistra e seguirla fino in fondo alla valle, costeggiando le rocce.

La via attacca circa 5 metri prima di un canale di sfasci, posto al suo termine, che servirà come canale di discesa (vedi gallery).

Descrizione della via

  1. L1 5b (30m) – Diedrino e placca fino alla base di una fessura verticale e leggermente strapiombante che si rimonta in dulfer con buone mani, quindi per placca più appoggiata fino alla sosta a destra di un’evidente grotta.
  2. L2 4a (30m) – Si aggira a destra lo spigolo sopra alla sosta, quindi per placche e poi in cresta fino ad un punto erboso in cui si traversa a destra verso un evidente pilastro alla cui base si trova la sosta.
  3. L3 5a / 3a (30m) – Risalire il pilastro tramite delle ottime lame e proseguire poi su terreno appoggiato / camminabile fino alla sosta.
  4. L4 3a (50m) – Proseguire sulla cresta senza alcuna difficoltà fino a superare una zona erbosa. Sostare su singolo spit alla base della parete successiva.
  5. L5 4b / 5a (35m) – Primi metri su placche appoggiate, poi breve rimonta su rocce lavorate e infine breve muretto verticale. Sosta alla base della paretina successiva
  6. L6 3b (35m) – Rimontare per 2 metri il facile muretto iniziale, poi seguire in diagonale sinistra fino all’ometto che segna la vetta.

Per chi volesse, da qui è possibile raggiungere la cima Branca (3.000 m s.l.m.) che si vede proprio di fronte, in circa 30 minuti (salire verso sinistra in direzione della cresta, poi seguire la stessa fino alla vetta – un grosso panettone detritico – dove è presente la rosa delle cime). Volendo si può anche proseguire in cresta fino al Monte Pasquale (lunga!).

Discesa

Dall’arrivo della via, imboccare una traccia di sentiero che scende sul lato destro della parete appena risalita (faccia a valle).

Quando si giunge sul prato da cui attacca L5, spostarsi invece sul lato sinistro della parete (sempre faccia a valle) e continuare a scendere attraverso un canale di sfasci non molto pendente fino a tornare all’attacco (10-15 min dal termine della via).

Giudizio

Come anticipato, la via di per sé non regala molto dal punto di vista della scalata, ma può essere una buona scusa per esplorare questa splendida valle arrampicando tra i camosci, le marmotte e i falchi.

Volendo scalare, forse sono più interessanti le due brevi vie Oro Puro e Argento Vivo che si trovano proprio al di sotto del rifugio Branca (anch’esse ad opera di Meraldi) e che verremo a provare la prossima volta (tanto ogni anno ci torniamo!).

L’attrezzatura è a spit ravvicinati e non necessita alcun tipo di integrazione, mentre le soste sono su due spit da collegare con cordino o fettuccia.

Per chi non ci fosse mai stato, consigliamo caldamente di alloggiare al rifugio Branca dove abbiamo ricevuto un’accoglienza davvero calorosa da parte di tutto lo staff e abbiamo mangiato ottimamente sia a pranzo, con menù alla carta, sia a cena con il menù della mezza pensione. La gestione del Branca è vivace e attenta: essendo raggiungibile tramite jeeppabile la cucina è ricca e curata grazie agli approvvigionamenti “facili”, rimanendo però a tema con le peculiarità del territorio: Bravi!

Alla prossima!!!

Print Friendly, PDF & Email
Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *