Via Anima Senziente – Una classica a Pregasina

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RIVA DEL GARDA, FRAZ. PREGASINA (TN) 535 m s.l.m. – CIMA NODICE 859 m s.l.m. – Via lunga di arrampicata – Difficoltà 5c (5b obbl.) – 8 tiri – Sviluppo arrampicata 190 m – Esposizione SUD – Avvicinamento 35′ – 45′

Conoscevamo già piuttosto bene questa zona della val di Ledro visto che in passato abbiamo fatto il sentiero dei contrabbandieri e la via Il Re del Lago, ma solo in questi giorni abbiamo scoperto che i prolifici Florian Kluckner e Heinz Grill, nel 2020, hanno aperto questa nuova via sulla Cima Nodice, ancora tutta da esplorare, ma che dai commenti e dalla frequentazione pare già essere diventata una classica!

Approfittiamo del meteo che sembra buono in quella zona e arriviamo di prima mattina per riuscire ad accaparrarci uno dei gettonatissimi posti nel parcheggio della chiesa di Pregasina (oltre che dai climber, la zona è assai frequentata da trekkers e cicloturisti, quindi… bisogna darsi una mossa se non si vogliono macinare chilometri extra!).

Ci è andata bene per un soffio (ultimo parcheggio disponibile! Ore 8:40 del mattino…e noi veniamo da Milano!), ma grazie a questa mossa l’avvicinamento è stato sicuramente più lieve di quello che sarebbe potuto essere altrimenti.

Di questa via ne parlavano tutti molto bene, per qualità della roccia, per varietà dei tiri, divertimento, paesaggio, ecc…
Dopo averla ripetuta, noi onestamente non l’abbiamo trovata così tanto entusiasmante, ma si è trattato comunque di un ottimo modo per trascorrere una giornata di relax al sole facendo quello che ci piace!

Nel giudizio alla fine trovate qualche dettaglio in più sui perché.
Quello che mettiamo in chiaro fin da subito è che la via ad ogni modo merita!
Solo forse non era proprio quello che cercavamo noi per questo weekend 😉


Anche questo posto si presta bene alla frequentazione di gruppi misti “c’è chi arrampica e chi no”: la Cima Nodice è infatti raggiungibile anche attraverso un sentiero che potrebbe essere interessante per chi volesse anche solo fare una camminata in zona, mentre gli amici scalano, alla scoperta del bellissimo paesaggio ed anche dei resti delle fortificazioni e ripari risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

La montagna, sulla quale passava la linea del fronte austroungarico e dunque oggetto di contesa tra austriaci ed italiani, è infatti costellata da grotte e ruderi indubbiamente affascinanti e di un certo interesse storico.

Qui trovate un esempio di possibile itinerario per i “non climbers” 😉


Avvicinamento

Usciti dalla galleria che conduce all’abitato di Pregasina, superare la statua della Regina Mundi, traversare su stretta strada e risalire qualche tornate fino a trovare l’indicazione per il parcheggio della chiesa verso sinistra (alcuni metri di strada di larghezza massima 2 m).

Se non doveste trovare posto, ci sono diverse soluzioni più in basso, anche a pagamento.
L’ipotesi peggiore è parcheggiare prima della galleria, nel qual caso vi aspetta una bella scarpinata 😉 … noi ne sappiamo qualcosa!

Saliti alla chiesa, dalla quale è possibile godere di un bello scorcio su tutto l’abitato di Pregasina e sul lago, seguire l’indicazione per il sentiero 422, che su strada conduce ad un primo bivio.
Prendere la carrabile in ripiderrima salita sulla destra che dopo qualche centinaio di metri diventa sterrata e infine si trasforma in sentiero.

Si giunge ad un bivio dove bisogna prendere ancora a destra, seguendo l’indicazione per cima Nodice.
Continuare per circa 5-10 minuti fino ad un evidente ometto sulla destra (vedrete le pareti di fronte) dove si stacca un sentiero che in leggera discesa porta in direzione dell’attacco.

Trascurate le deviazioni fino a giungere ad un primo rudere (lo vedrete poco sopra di voi a sinistra) e proseguite in discesa fino ad un tornante dove si inizia a salire brevemente.

Giunti di fronte ad una parete rocciosa andate a destra fino ad incontrare la scritta che segna l’attacco della via (in azzurro – colore consueto per le vie di Grill – su roccetta alla base del sentiero, vedi foto).
Salire ed entrare in un secondo rudere, dal quale ci si può comodamente preparare per la salita.

Descrizione dei tiri

La via è sempre ben protetta, anche se in modo “inusuale” per una via sportiva.
Lungo la linea ci sono innumerevoli clessidre che giustamente i chiodatori hanno sfruttando, inserendo moltissimi cordini e di conseguenza pochi spit.
Non si ha mai la sensazione di sentirsi sprotetti quindi sicuramente la chiodatura è da considerarsi come quella di una via sportiva S1. Siamo certi che sarete d’accordo.

  1. 5a (20m) – Dal rudere si sale sul bordo sinistro sfruttando 2-3 cordini e camminando su rocce rotte e terra fino ad una grossa clessidra.
    Si obliqua poi verso destra superando un breve tratto strapiombante, aiutati dalla gigantesca lama soprastante;
    infine per placca in diagonale sinistra fino in sosta (passi un po’ più delicati).
  2. 5c+ (30m) – Si traversa facilmente a sinistra, poi un passo un filo più delicato sempre in traverso. Si inizia quindi a salire in verticale facendo una S, prima a destra e poi a sinistra.
    Da qui passo chiave verso destra su cose piccole per raggiungere uno spit, quindi in traverso a destra per 4-5 metri fino alla sosta (nel traverso conviene alzarsi all’inizio e poi scendere progressivamente avvicinandosi alla sosta).
  3. 4c (20m) – Si sale in diagonale sinistra rimontando delle piccole cengette e seguendo i cordini fino a girare dietro uno spigolino.
    Poi per placca appoggiata fino alla sosta sotto un tetto.
  4. 4c (30m) – A sinistra della sosta fino ad una placca a gocce dove conviene portarsi a sinistra il più possibile, poi salire in verticale e affrontare una seconda placca e dei balzelli facili e gradevoli fino alla sosta, comoda e su terrazzo.
  5. 4c (30m) – Traversare ancora a sinistra per qualche metro, poi in verticale per facili risaliti fino ad una bella placca compatta a buchi.
    Superarla direttamente e poi scegliere se stare sullo spigolo sinistro (un po’ rotto ma più facile) o provare a salire in mezzo alla placca centrale (c’è uno spit).
    Infine in sosta, anch’essa comoda.
  6. 3 (18m) – Traversare decisamente a sinistra seguendo dei cordini fino ad arrivare sul sentiero ferrato di discesa (la Scala Santa, che useremo per il rientro).
    Conviene scendere un paio di gradini e fare sosta sulla parte ferrata, ma di fronte alla placca del tiro successivo.
  7. 5b (20m) – Salire fino allo spigolo della parete di fronte, poi iniziare ad obliquare in diagonale sinistra fino al punto in cui inizia un leggero strapiombo.
    Salirlo inizialmente sulla sinistra, poi sfruttando una enorme lama che da destra verso sinistra porta alla sosta, un po’ appesa ma non scomoda.
  8. 5c (20m) – A destra della sosta, affrontare subito il passo chiave ben protetto, ma da capire.
    Poi infilarsi in un diedro appoggiato verso destra, quindi nettamente a sinistra (allungate il rinvio) e infine in verticale fino a superare il muretto a secco di un rudere che porta sul sentiero, ovvero sul sedime della linea della trincea militare.
    Sosta finale su albero vicino ad una grottina.

Discesa

Prima di scendere vi consigliamo di salire l’ultima rampetta (appena dx dell’arrivo) che porta sulla cima del Nodice e di godervi lo spettacolo di vista che regala verso Riva del Garda, Torbole e Arco traguardando tutta la Valle del Ponale.

Tornate quindi sui vostri passi e seguendo il sentiero CAI bollato bianco e rosso, scendere per qualche tratto un po’ ripido con catene percorrendo la Scala Santa fino a raggiungere un rudere all’interno di una grotta e poi una spettacolare falesia (Popò di Lè) ricavata in parte su un enorme torrione staccato dalla montagna che forma una sorta di galleria, dopo la quale troverete anche tiri strapiombanti per i più “duri” 😉

Subito dopo scendere a sinistra per comodo sentiero fino a ritrovarsi al bivio seguito all’andata e quindi in circa 20 minuti raggiungere il parcheggio della chiesa di Pregasina.

Giudizio

Bella invenzione di Kluckner & Grill che hanno saputo sfruttare la generosità delle clessidre offerte da questa montagna per realizzare una via su buona roccia, logica, semplice ma non banale, divertente e con un bellissimo panorama, soprattutto una volta raggiunta la cima.

Nell’introduzione vi abbiamo detto che non ci ha entusiasmato e la ragione è che cercavamo forse qualcosa di un po’ diverso come genere di arrampicata.
Qui c’è tanto spalmo, mentre noi cercavamo tacchette e gocce per provare delle scarpette nuove (che dolor!).
Ci siamo trovati meglio con le vecchie ciabattone da via 😀 e quindi non siamo arrivati al nostro obiettivo, ma questo non toglie nulla all’itinerario che di per sé è davvero gradevole e divertente, rimanendo a nostro avviso su una soglia di difficoltà considerabile come plaisir da molti.

La via è parecchio gettonata, soprattutto da alto atesini, austriaci e tedeschi.
Consigliamo di farla nei giorni infrasettimanali se possibile, o al limite di arrivare presto la mattina per non avere problemi di parcheggio e/o di traffico in via.

L’esposizione a sud e la quota non troppo elevata la rende giusta per le mezze stagioni, eventualmente l’inverno se il clima è mite (occhio al vento che qui batte parecchio, soprattutto nei tiri alti).

D’estate farete sicuramente la sauna, anche solo per l’avvicinamento (ricordate, il primo tratto non è ripido, è ripiderrimo) !! 😀

Nella Gallery le parti salienti dei vari tiri


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