Via Picola Nizza de Trent – Santa Massenza – Trad didattico

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SANTA MASSENZA (TN) 270 m. s.l.m. – PARETE DI SANTA MASSENZA – Via Picola Nizza de Trent – Difficoltà V Max, spesso III e IV – Sviluppo 235 m – Esposizione Est – Avvicinamento 30 min circa

In questo primo weekend di Maggio decidiamo di trascorrere due giorni ad Arco e dintorni per andare ad esplorare un paio di zone a noi ancora ignote, ovvero le pareti di Santa Massenza e la parete del Pezol.

Arriviamo di buon mattino in una giornata piuttosto uggiosa e umidità alle stelle: osservando le pareti di Santa Massenza, le vediamo ancora piuttosto bagnate dai recenti temporali, motivo per il quale siamo un po’ titubanti all’idea di fare vie impegnative.

La nostra idea sarebbe stata quella di salire il Gran Diedro, via decisamente estetica ed interessante ma ad occhio ci pare assai umida (torneremo!!) così optiamo per questa Picola Nizza de Trent, via di cui non abbiamo mai sentito parlare ma con dentro almeno un V grado che ci sembrava un po’ il minimo sindacale.

Ahinoi la via non si rivelerà particolarmente interessante in quanto tutta la prima parte si svolge su placche lavoratissime e appoggiate e con gradi che non superano il III, mentre nella seconda parte ci sono un paio di tiri carini ma senza strapparsi i capelli… 😉

L’unica situazione in cui consiglieremmo di ripetere questa via è se cercate un posto dove fare pratica nel mettere friend e cordini perché qui le possibilità non mancano di certo (detto questo la via è già protetta benissimo a cordini e l’integrazione a nostro avviso serve a poco).

Pur non essendoci divertiti più di tanto sulla via, abbiamo apprezzato moltissimo il luogo e la tipologia di roccia e torneremo certamente nei prossimi a provare le vie più impegnative e blasonate della parete, che certamente riusciranno a darci maggiori soddisfazioni.

Avvicinamento

Appena entrati nel paese di Santa Massenza, prendere una strada sulla destra con indicazioni Centrale Elettrica e lasciare la macchina nell’ampio parcheggio.
Proseguire poi a piedi verso il paese e dopo circa 100 metri imboccare una rampa cementata sulla sinistra che nel giro di pochi metri si trasforma in sentiero.

Seguirlo in direzione sud ovest nel bosco, ignorare una prima deviazione sulla destra e continuare a salire fino a raggiungere un’altra deviazione a destra che conduce verso le pareti che si raggiungono in breve.

Superare le prime vie chiodate e proseguire oltre per circa 150 m fino ad incontrare alla propria sinistra l’attacco della via “spigolo nascosto” (segnata a vernice sulla roccia).

Ignorare tutte le deviazioni a sinistra e procedere sul sentiero principale che a un certo punto inizia a salire più ripidamente con alcuni zig zag superando l’attacco della via GMD (scritta rossa su roccia) fino ad incontrare l’evidente placca di attacco della via Giubileo.

Pochi metri a sinistra di quest’ultima attacca la via Picola Nizza de Trent.

Descrizione della via

  1. L1 – III / IV- (31 m) – Risalire le lavoratissime placche appoggiate protette da qualche cordino su clessidra e superare un’ultima placchetta appena più pronunciata fino alla sosta.
  2. L2 – III (25 m) – Spostarsi qualche metro a sinistra e poi riprendere a salire sulle placche lavorate fino alla sosta successiva. Anche qui qualche cordino qua e là.
  3. L3 – III (23 m) – Sempre per placche appoggiate in diagonale destra fino ad una sosta su albero (volendo c’è anche una sosta a chiodi poco più in alto a sinistra ma il tiro successivo attacca sopra l’albero).
  4. L4 – IV+ / IV (35 m) – Tiro divertente e un po’ più verticale dei precedenti. Si attacca un muretto ben protetto da cordini e chiodi, poi per placca un po’ più appoggiata ma sempre piacevole fino alla sosta.
  5. L5 – IV- / V- (31 m) – Salire la facile placca in leggera diagonale sinistra con ultimo passo più verticale, poi seconda facile placca seguendo una fessura sempre in diagonale sinistra fino ad una rimonta verticale e leggermente aggettante che si supera direttamente (attenzione che la roccia è piuttosto rotta!). Ultimi facili metri fino alla sosta.
  6. Trasferimento – (8 m) – Spostarsi a destra lungo la cengia fino alla base di un evidente diedro.
  7. L6 – V (27 m) – Salire il diedro protetto da qualche chiodo con buone mani nella prima parte. Circa a metà non ho visto più chiodi e non c’era modo di proteggere autonomamente stando sulla sinistra quindi mi sono spostato a destra e ho risalito il diedro più largo che consentiva di proteggersi con un friend medio.
    Poi per rocce più semplici fino ad uscire su terrazzino terroso dove si sosta sulla sinistra.
  8. L7 – IV / II (32 m) – Spostarsi 3 metri a destra e salire in un diedro dove bisogna prestare molta attenzione per grosse rocce pericolanti!!
    Superato il primo muretto si procedete per terreno discontinuo fino alla sosta successiva.
  9. L8 II (30 m) – Per roccette incostanti fino alla sosta finale con libro di vetta.

Discesa

Salire ancora qualche metro oltre la sosta fino ad incontrare un sentierino che si segue verso destra.
Ignorare una prima deviazione che sale verso sinistra e continuare a scendere lungo il sentiero principale con alcuni zig zag fino ad un altro bivio dove si tiene la sinistra.

Da qui si procede in mezzacosta con qualche tratto di salita, passando accanto a dei tralicci fino ad un punto attrezzato con catene di ferro e una scaletta metallica che consentono di superare in discesa un tratto roccioso.

Al bivio successivo prendere a destra seguendo i bolli e scendendo ripidamente nel bosco.
Ignorare una deviazione a destra che risale verso una parete rocciosa e continuare dritto fino alla successiva deviazione dove si scende ancora a destra.

Quindi entro breve prendere la deviazione di sinistra che in pochi minuti riporta al paese.
Arrivati alle case, a destra lungo la strada principale fino a tornare al parcheggio.

Giudizio

Nonostante per noi sia stata una via non particolarmente entusiasmante, percorrendola risulta evidente l’enorme impegno e il lavoro dei chiodatori Massimo Dorigoni e Tony Zanetti per riuscire a ricavare un nuovo itinerario in una zona molto boschiva e faticosa da mettere in sicurezza.

Ci è parso evidente il lavoro di pulizia e disingaggio che è stato fatto e alla fine a nostro avviso sono riusciti a tirar fuori qualcosa di più che dignitoso e decisamente adatto a chi vuole impratichirsi nel proteggere una via con friend e cordini senza spingere troppo sulle difficoltà.

Purtroppo nonostante l’immenso lavoro, ci sono ancora parecchie situazioni in cui la roccia è pericolante e bisogna prestare estrema attenzione nei movimenti e a cosa si tira o si calpesta, in particolar modo nei punti segnalati nella relazione dei tiri.

L’esposizione è ad Est, quindi prende il sole durante il mattino.
Da evitare dopo recenti piogge proprio a causa del terreno non molto solido in alcuni punti.

L’arrampicata risulta piacevole e rilassata con un paio di tiri davvero carini (a nostro avviso L4 e L6) e la vista verso il lago di Santa Massenza è eccezionalmente bella, valendo anche da sola un giro di giostra!

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