Chignol d’Aral da Zorzone – L’accesso sud al Menna

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Fr. Zorzone, Oltre il Colle (BG) 1.000 m s.l.m. – Chignol d’Aral 2.068 m s.l.m. – Bivacco M.A.G.A. Palazzi 2.013 m s.l.m. – trekking EE – disliv. circa 1.000 m – sviluppo circa 11 km

Questa domenica più che di arrampicare avevamo voglia di camminare, preferibilmente lontano dalle mete più frequentate.
Poco tempo a disposizione – nostra “colpa” – e poche ore di luce… questo “colpa” dell’autunno, che è una stagione bellissima ma anche balorda, da questo punto di vista. Poi la voglia di svegliarsi a orari improbabili era pari a zero!

Optiamo così per una escursione che si rivelerà gradevole, per noi nuova, e com’era prevedibile scarsissimamente battuta.

Il giro ad anello che vi raccontiamo qui è per estimatori orobici, di sicuro non per amanti della prestazione nè per persone che hanno ancora da vedere le mete – bellissime – più note, ma anche ben più frequentate. In salita la traccia è indicativa: siamo saliti dritto per dritto in puro ravanage tra i boschi 😉 anche se il sentiero da qualche parte c’è.
Fare almeno 1.000 m di dislivello per noi significa per lo meno essersi guadagnati il pranzo 😉

Avvicinamento

Si raggiunge in auto l’abitato di Zorzone, frazione bergamasca di Oltre il Colle, percorrendo la bella Val Serina. Si può parcheggiare subito dopo la chiesa, sulla destra c’è un viottolo che dà accesso ad una decina scarsa di posti auto.

A piedi si percorre a ritroso la Via Santissima Trinità, imboccando poi subito a destra dei tornanti, sempre su strada asfaltata (possibilità di tagliare) finchè non si rintraccia l’indicazione ben visibile del sentiero per il Menna.

Percorso

Si gira attorno alla rete di una proprietà privata al cui termine si svolta a sinistra.
La prima parte di sentiero è un traverso ascendente verso ovest, fino ad incontrare nuovamente la strada carrabile e un torrente (secco nel nostro caso) dove le indicazioni inviterebbero a proseguire verticalmente verso il Chignol d’Aral e il Menna.

Noi invece vogliamo fare il giro largo, quindi proseguiremo oltrepassando il torrente, ancora su carrozzabile: dopo poco ci si addentra in una bella faggeta, abbandonando la strada e prendendo a destra una traccia che diventa labile… infatti come da tradizione la perderemo 😀

Il sentiero, o quello che ne resta, passa accanto ad alcune baite in pietra, oltrepassando la dorsale: giunti sull’altro versante della montagna, riguadagnamo una parvenza di traccia risalendo il bosco dritto per dritto fino a raggiungere la cresta sud dell’altopiano del Chignol d’Aral (qui torna utile una indicazione da GPS). Al termine del bosco si prosegue per pascoli, con qualche laghetto tondo a punteggiarne la superficie erbosa.

Sempre seguendo una vaga traccia, si raggiunge una baita in pietra isolata in mezzo al pendio, per poi risalire a quello che sembra essere un passo e che, piegando a nord est, diventa la vera e propria cresta del Chignol d’Aral.
Molto aerea, anche se assolutamente camminabile.

Da qui alla vetta, consacrata da un piccolo ometto, è questione di qualche manciata di minuti.

Scendendo sull’opposto versante abbiamo notato quella che crediamo essere la Croce di Zorzone (2.050 m), smontata probabilmente per manutenzione.

Scendendo ancora si raggiunge in breve il bivacco M.A.G.A. / Palazzi (M.A.G.A. è il nome del comprensorio nel quale ci troviamo, ovvero l’acronimo delle Cime Menna, Alben, Grem e Arera, tutte ben visibili da qui… non fosse per le nuvole, altitudine 2.013 m), dotato di legnaia e di un paio di spartanissime brande.

Dal Palazzi è possibile proseguire in cresta per il Menna, risalendo, oppure scendere nella limitrofa Val Carnera, su sentiero qui ben visibile e tracciato. Si raggiunge abbastanza rapidamente (e ripidamente!) la Cascina Mattuida, dalla quale noi abbiamo proseguito sempre scendendo nel bosco fino a raggiungere il bivio sul torrente secco dell’andata. Da qui si ripercorrono i propri passi.

Giudizio

L’anello può essere percorso in ambedue le direzioni, tuttavia in salita il sentiero che noi abbiamo percorso scendendo è bello dritto, dunque… de gustibus non est disputandum.

La cosa migliore e più ovvia sarebbe concatenare il Menna, che dalla cima del Chignol d’Aral non è comunque vicinissimo (saranno altri 300 m di salita da affrontare): la cresta dev’essere panoramicissima, purtroppo nel nostro caso eravamo circondati da nuvole basse che ci hanno fatto desistere, o forse è stato il miraggio del pranzo a farci desistere, chissà 😀

Scherzi a parte, la visibilità quasi nulla, l’umidità e il freddo questa volta hanno fatto da deterrente, ma una volta raggiunta la cresta l’orizzonte – a poterlo vedere – è notevole; raggiungendo la Cima del Menna si può buttare lo sguardo sul versante nord… e qui bisogna aprire una parentesi: a noi il Menna porta SFIGA! Nel 2020 avevamo provato a salirlo per il citato versante nord (date un’occhiata all’articolo con il racconto della ritirata rocambolesca), in condizioni …ehm… non ottimali 😉 e ci era andata malissimo. Sarà per la prossima volta?!

Questa escursione per come l’abbiamo fatta noi richiede un po’ di propensione al ravanage e la serenità di muoversi senza traccia evidente.
Se invece temete di perdervi e vi disturba salire a caso, meglio fare il sentiero “ufficiale” (quello che noi abbiamo fatto in discesa) sia all’andata sia al ritorno, seguendo dunque i cartelli dal torrente in secca in avanti.

Considerate però che passare per gli alpeggi regala sicuramente scorci paesaggistici ben più gradevoli!
Questa nel caso è la nostra traccia GPX, se la voleste seguire.
Inoltre, le foto offrono validi punti di riferimento 😉 …commentati!


Il termine “chignolo” nei dialetti lombardi significa “cuneo, punta di terra”: parrebbe derivare dal latino cuneolus, ovvero cuneo.

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