Monte Grabiasca – Canale Nord-Ovest e parete Nord-Ovest

CARONA (BG) (1.100 m slm) – Anticima MONTE GRABIASCA (2.670 m slm) – CANALE NORD OVEST difficoltà D- Max 80° – PARETE NORD OVEST  difficoltà AD- max IV in misto – disliv. positivo 1.800 mt circa – sviluppo 24 Km circa

Era da un mese che il mio socio Stefano mi faceva un mazzo così per andare a fare sto canale.
Ci avevamo già provato 3 settimane fa andando a dormire in tenda sotto la parete ma abbiamo capito che quella non era la soluzione migliore. Bisognava essere leggeri e veloci per farcela e così siamo ritornati questa volta in un giorno infrasettimanale e, affrontando la gita in giornata, ce la siamo portata a casa, pur con qualche errore di salita che ci ha fatto finire su una parete rocciosa forse inedita che abbiamo risalito in misto fino in vetta.

Avvicinamento

Giunti a Carona, si prende la strada che risale sulla sinistra e che prosegue per un paio di km a monte del paese fino ad una stanga dove si parcheggia. Attenzione che il parcheggio è a pagamento e bisogna comprare i gratta e sosta in uno dei bar di Carona. Noi siamo arrivati alle 4 di mattina e quindi non abbiamo potuto comprare il grattino, detto questo non ci è stata fatta la multa ma forse solo perché eravamo fuori stagione.
A piedi, seguire quindi la strada in direzione del rifugio Calvi. Evitare il sentiero estivo e percorrere gli 8 km (!!!) e 1000mt di dislivello di strada che separano dal rifugio. Noi ci metteremo 1h e 50 di buon passo con i nostri zaini da 15kg. Giunti al rifugio, si segue la traccia che scende verso il sottostante lago Rotondo e che lo aggira dal versante occidentale. Procedere quindi per traccia in direzione nord-est entrando in una valletta e con dei sali-scendi, si giunge in un pianoro dove sorge una vecchia baita di pietra.
Proseguire quindi nel fondo della valle e risalire il pendio per un centinaio di metri di dislivello fino ad un primo panettoncino roccioso ed erboso (più o meno alla stessa altezza del rifugio). Da lì sulla destra si stacca la traccia che risale in direzione del canale il cui ingresso è già visibile da qui. Questo è il punto migliore per imbragarsi e mettere i ramponi prima di iniziare la pendenza vera e propria.

Descrizione della salita

Si sale verticalmente e in leggera diagonale sinistra il pendio che porta verso la parete del Grabiasca e che si infila tra le rocce. La pendenza si fa via via maggiore fino a circa 50° poco prima dell’attacco della goulotte.
Giunti alla base della gaulotte, preparare le corde e risalire verticalmente con due tiri di corda da 30 metri oppure in conserva lunga, la ripida paretina su ghiaccio e neve dura superando una pancia sugli 80° e con una pendenza media di 65-70°. Volendo c’è anche un chiodo sulla parete di destra ma era fuori strada rispetto a dove siamo passati noi così abbiamo preferito proteggere solo con viti da ghiaccio. Al termine del primo tiro sulla destra si trova una sosta su vecchi cordini e con un moschettone che non si apre. Il secondo tiro è meno ripido del primo e risale una lingua di ghiaccio con pendenza costante sui 65° con una rimontina di ghiaccio duro sugli 80°. Poi diventa più appoggiato e la sosta si trova su delle roccette affioranti circa 10-15 metri oltre la rimonta.

A quel punto il canale procede verticalmente su pendenze più moderate (massimo 55°) e si esce sul fondo del canale a sinistra.
Noi però abbiamo sbagliato (o abbiamo voluto sbagliare) e siamo usciti subito a sinistra all’altezza della seconda sosta risalendo per una cinquantina di metri fino ad un pianoro sotto la parete nord ovest del Grabiasca.
Arrivati a quel punto, guardando la cresta abbiamo capito che molto probabilmente era superabile in misto senza difficoltà eccessive e così abbiamo deciso di provare a trovare una linea di risalita lungo la parete.

Abbiamo proceduto in conserva seguendo le debolezze della montagna e abbiamo individuato una via di risalita con arrampicata sul III grado con qualche passaggio di IV e ripidi pendii nevosi.
La salita si è rivelata molto divertente ma non consiglierei di ripeterla in quanto è molto sporca e ci sono moltissimi detriti che rischiano di finire in testa a qualcuno, oltre che rocce instabili che bisogna stare molto attenti a non tirare / usare come appoggio.
Ad ogni modo siamo riusciti ad arrivare fuori dalle rocce e siamo sbucati sulla cresta che nel giro di breve si ricollega con l’arrivo ufficiale del canale nord ovest e che in 10 minuti porta alla croce presente sull’anticima.
Non sappiamo se qualcuno abbia mai salito questa via, così nel dubbio gli abbiamo dato un nome: “constrictor”, in onore di una piccola disavventura che ci era successa nella parte bassa.

La cima vera e propria del Grabiasca è quella che si vede di fronte una volta giunti alla croce (oltre la selletta a cui arriva il canale Nord) ma visto che la discesa partiva dall’anticima e che ormai era un po’ tardi, ci siamo accontentati di quella, anche perché la vista era assolutamente mozzafiato e la soddisfazione era già ai massimi livelli.

 

 

Discesa

La discesa si effettua per la via normale che però non è segnata da ometti e non è banalissima da trovare.
Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare delle vecchie tracce che abbiamo seguito con successo perdendoci “solo” un paio di volte.

In pratica dalla croce si segue la cresta che scende dal lato opposto rispetto a quello di salita per un centinaio di metri, ci si abbassa poi più verticalmente piegando a destra fino ad un pendio che con ampie S fa lo slalom tra le rocce. Giunti più o meno a metà parete, bisogna buttarsi giù per ripidi prati in mezzo alla parete per circa 200 metri fino a guadagnare un nuovo canale poco pendente che nel giro di breve porta alla base della montagna.

Dall’uscita del canale, traversare un ruscello e procedere in diagonale direzione ovest nord-ovest fino a ricollegarsi con un sentiero che conduce nuovamente al lago Rotondo ed infine al rifugio Calvi.
Ripetere poi l’infinita strada fino alla macchina.

Giudizio

Gitona di grandissima soddisfazione ma che richiede gambe allenate per il lungo avvicinamento e preparazione tecnica in quanto la parte ripida del canale è si breve, ma intensa. La parete che abbiamo risalito in misto ha poi aggiunto un po’ di piccantezza al tutto e nel complesso si è trattata di una delle gite più impegnative fatte fino a questo momento dal nostro gruppetto di alpinisti sgangherati.
Consigliata a man bassa se le condizioni sono favorevoli e se avete i requisiti fisici e tecnici per affrontarla in sicurezza.

 

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