Zucco Pertusio e Zucco di Manavello da Rongio: la cresta Ovest della Grignetta

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Rongio di Mandello Lario (370 m s.l.m.) – Zucco di Manavello (1.112 m s.l.m.) – Zucco Pertusio (1.674 m s.l.m.) – Rifugio Rosalba (1.730 m s.l.m.) – Rongio di Mandello Lario; trekking EE* – disliv. compl. 1.500 m circa, sviluppo 11 Km circa
*(vedi giudizio)

Ultimo giorno prima della zona rossa primaverile, la condanna di questi ultimi due anni per tutti gli amanti dell’outdoor.
Decidiamo di sfruttare quest’ultimo giorno di libertà per dedicarci al trekking, cosa che non facevamo ormai da qualche tempo e come spesso accade siamo andati alla ricerca di qualcosa di un po’ particolare e non molto gettonato, con l’obiettivo di respirare un po’ di aria primaverile godendoci i boschi già in fiore dopo mesi di abbondante neve.

La scelta è caduta sullo Zucco Pertusio, ovvero una protuberanza minore che si trova lungo lo spallone ovest della Grignetta e che conduce poi fino al Rifugio Rosalba da una via decisamente più lunga e impegnativa rispetto al normale sentiero dei Morti, ma di grande impatto per quel che riguarda il paesaggio, in quanto si gode per quasi tutto il percorso di una vista eccezionale sull’intero triangolo Lariano e sul lago di Como.

Questo versante della Grignetta per noi era del tutto inedito e l’abbiamo apprezzato particolarmente perché consente di stare alla larga dalla ressa che si accalca al Pian dei Resinelli, offrendo anche una salita piuttosto “piccante” se affrontata in questa stagione (metà marzo) perché in alcuni punti ci sono passaggi ripidi e un po’ esposti, spesso ricoperti da neve e ghiaccio e che trasformano questa gita in un’alpinistica facile più che in un trekking per escursionisti esperti.

La passeggiata da Rongio fino allo Zucco di Manavello, primo spuntone vista lago che si incontra lungo il percorso nonché splendido balcone panoramico sul Lario, è invece adatta a tutti e non presenta mai difficoltà.

Avvicinamento

Si raggiunge Rongio di Mandello del Lario in auto, sino alla Piazza di Sant’Antonio da Padova con la sua chiesina: qui ci sono alcuni parcheggi, altri se ne trovano subito dopo il Bar Simone, su un terrapieno a sinistra.

Descrizione della salita

Dal parcheggio si imbocca la Via Rossana, in ripida salita, che ben presto diventa mulattiera.
Al primo bivio prendere a destra (indicazioni per Zucco di Manavello in alto). Dopo pochi minuti si raggiunge una casa con un altro bivio e bisogna proseguire sul sentiero di sinistra, anche qui indicazioni per il Manavello (sentiero 13b).

Si attraversano dei bellissimi boschi che in questa stagione sono già ricchi di fiori, tutto attorno al sentiero: eriche, primule, crocus, elleboro.
Superate le casette di Rossana (circa 480 m s.l.m.), anticipate da una fontanella, si incontrano degli incroci, il primo segnalato (bisogna tenere la destra) il secondo mancante di indicazioni: a questo trivio bisogna tenere il ramo centrale. Si supera la deviazione per il Baitello di Manavello, ignorandola, continuando a salire per ottima traccia sempre nel bosco, sino a raggiungere un belvedere con una panca ricavata da un grosso tronco d’albero: a questo punto si è in cresta, lo sguardo può spaziare sul panorama circostante. Salendo ancora si arriverà ad ammirare parte del versante ovest della Grigna. Arrivati alla Bocchetta di Portorella (1.080 m s.l.m.) termina la parte più escursionistica del sentiero, e volendo ci si può anche fermare qui: sotto di noi si scorge il baitello di Manavello, che crediamo si possa raggiungere anche da qui.

Il baitello di Manavello visto dai dintorni della cima dello Zucco di Manavello

Andando oltre le cose si complicano un pochino: soprattutto in questa stagione, quando c’è ancora qualche tratto coperto da ghiaccio e neve in punti un poco esposti.
Si segue la crestina verso destra, abbassandosi appena, sino a riprendere a salire abbastanza verticalmente sul versante settentrionale dello Zucco Pertusio, con qualche facile roccetta. Si raggiunge una prima sella, ove si seguono le indicazioni verso destra (rif. Rosalba, scritto in rosso sulla roccia, vedi foto nella gallery), abbassandosi appena di quota, per poi ritornare a salire su un nuovo colletto con un piccolo tratto attrezzato (catena). Da qui il sentiero prosegue in cresta/traverso portandosi sotto la cima del Pertusio sul versante meridionale; la cima è raggiungibile per prati scoscesi e/o roccette a seconda della stagione. Di fronte si vede già il Rosalba, rosa appunto 🙂 e appoggiato sulla cresta un bel po’ oltre.

La cima dello Zucco Pertusio: per raggiungerla salire lungo la rampa erbosa che si vede in questa foto

Abbandonato il sentiero, abbiamo raggiunto la cresta per prati salendo in verticale nel punto più conveniente, ma poi siamo ridiscesi sulla traccia ufficiale, evitando di percorre integralmente la dorsale perchè coperta di neve sull’opposto versante: in ogni caso l’integrale è tracciata e marchiata con bolli gialli, in assenza di ghiaccio e neve è assolutamente fattibile. Raggiunto il Rifugio Rosalba (1.730 m s.l.m.), si può scegliere se tornare dalla via dell’andata o se chiudere l’anello: nel nostro caso tornare dalla via di salita aveva poco senso (troppi tratti innevati/ghiacciati da percorrere in discesa) quindi abbiamo optato per la via bassa, ovvero il sentiero 12 che dal Rifugio rientra verso Mandello, segnalato e più comodo, anche se più lungo. Il percorso scende all’inizio abbastanza ripidamente passando sotto il Torrione Ratti, per poi riportarsi sul versante “giusto” attraverso lunghi ma comodi tratti in traverso.

Giudizio

Bellissimo percorso davvero, apprezzabile anche perchè poco frequentato: quasi sotto al Rosalba abbiamo avvistato un camoscio che passeggiava tranquillo sul fianco della montagna.
Il paesaggio è sempre superlativo, incorniciato dalle bellissime guglie calcaree della Grignetta.
Dal punto di vista fisico è abbastanza impegnativo: 1.500 m di dislivello tra i vari sali/scendi e più di 11 km di percorrenza; probabilmente nella stagione estiva può essere gradato come EE, ma finchè c’è neve non ci sentiamo di dargli meno di un EEA, visti i passaggi un po’ esposti che potrebbero destare qualche preoccupazione con fondo scivoloso. Noi avevamo i ramponi nello zaino, ma lì sono rimasti: sta, come sempre, alla sensibilità di ognuno 😉

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