Via delle Placche al Bec Raty – arrampicata plaisir in ambiente magnifico

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da CHAMPORCHER loc. DONDENA (AO) al BEC RATY – VIA DELLE PLACCHE – disl. positivo 250 mt per VIA DI ARRAMPICATA + 200 mt di AVVICINAMENTO – VIA LUNGA III / IV qualche passo IV+ – grado alpinistico: AD+

Visto che lo scorso weekend siamo stati costretti ad una brusca retromarcia in parete, per tenere alto lo spirito abbiamo optato per una vietta plaisir, in un posto che già conoscevamo e la cui bellezza è indiscutibile, nella valle di Champorcher.

Il Bec Raty, con avvicinamento “zero”, presenta due versanti solcati da diverse vie, di stampo alpinistico e moderno, un profilo roccioso a becco inconfondibile e sui versanti opposti digrada per prati dolcemente, formando una conca in cui si trova un bel laghetto alpino. Avevamo già fatto la Via delle Poiane, che si è rivelata molto discontinua, ma con una placca bellissima: le alternative che avevamo selezionato erano la Via delle Placche, alpinistica facile tutta da proteggere, e la Via Verde Smeraldo, un po’ più sostenuta ma spittata da montagna.
Una volta sotto la parete ci siamo lasciati convincere dall’evidente successione di placche della prima, senza avercene a pentire!

AVVICINAMENTO

Da Champorcher, seguendo le indicazioni per Dondena, è sufficiente imboccare la carraia (sterrata nella parte finale, ma praticabile e praticata anche da auto normali) e seguirla fino ad un bivio a destra con palina segnaletica per il Lago Raty (si è già su sterrato); questa è la stradina da cui scenderemo a piedi una volta terminata la via.*

Si parcheggia in uno qualsiasi degli slarghi presenti, all’ombra del profilo del Bec Raty.
Procedendo a piedi lungo la campestre si supera una piccola struttura in pietra con le indicazioni per la Via delle Poiane e la Via del Quarantesimo, doppiando lo spigolo del Bec e salendo fino alla località Champ Long, dove sono presenti alcune baite. Qui, quando la strada spiana, sulla destra si trovano degli ometti e con traccia ripida si risale il pendio erboso alla base della parete della montagna.

*E’ possibile anche procedere oltre in auto e a questo punto la strada di discesa sarà diversa (vedi “DISCESA”).

DESCRIZIONE DELLA VIA

Noi abbiamo fatto più tiri di quelli previsti nelle relazioni che abbiamo trovato (9 contro 7), ma ci è sembrato giusto così, per evitare strozzature delle corde e fatica inutile.

L 1 – III – 55 m
L’attacco della via non è segnalato, si può iniziare ad arrampicare più o meno al centro della placca molto lavorata che costituisce la base della serie di placche visibili sin dall’avvicinamento. I primi metri sono molto facili (si cammina) poi la roccia diventa un po’ più verticale e un po’ più liscia, ma sempre molto appigliata. Sosta su spit alla base di una nuova placca, in corrispondenza di una comoda cengia.

L 2 – IV-IV+ – 40 m
Unico tiro chiodato della via (chiodatura da montagna): il tiro si sviluppa sulla verticale della sosta, su bella placca più difficile della precedente perchè meno lavorata, almeno superato il primo chiodo sino ad arrivare al terzo. Il punto più ostico è forse quello che precede la spittata al secondo chiodo. Poi più facile fino alla sosta, a spit su cengia.

L 3 – III – 20 m
Per facili risalti sopra la sosta in leggera sinistra, puntando al larice che si vede una ventina di metri sopra e trovando la via più congeniale che comunque sarà sul III grado. L’uscita è a sinistra del masso su cui è abbarbicato il larice. Presente sul suo tronco un cordone con maglia rapida per la sosta.

L 4 – tiro di collegamento fattibile in conserva (nostra interpretazione!) – 40 m
Si cammina sul colletto erboso risalendo la cresta con anche una rimontina rocciosa. Qui è presente una sosta con anello di calata, non molto utile per questa via! Andando oltre sempre camminando ora in leggera discesa si raggiunge una parete (a destra si nota un masso appoggiato sopra una roccia) dove vi sono due diedri, uno sopra l’altro, che vanno risaliti nel prossimo tiro. Qui non abbiamo trovato soste, ci siamo arrangiati usando degli spuntoni.

L 5 – III + , un passo di IV+ – 30 m
Si supera il primo brevissimo diedrino (in basso e appena sotto il masso appoggiato) per poi approcciare al secondo, che in uscita ha un passo… scomodo e antipatico! Appena sopra è possibile organizzare una sosta su pianta, oppure procedere per facili roccette fino alla base della placca successiva.

L 6 – III – 40 m
Si risale una placca molto facile e lavoratissima, per poi procedere salendo qualche grosso masso sul filo di cresta, sino a raggiungere la base di una evidente roccia dal profilo perfettamente triangolare (si vede anche dalla base della placca). Quando si è sotto la roccia si noterà che alla sua sommità è presente un bel tetto, molto estetico: sulla sinistra passa la via spittata “Verde Smeraldo”, mentre noi dovremo proseguire aggirando il tetto a destra, facendo prima sosta qui usando qualche spuntone.

L 7 – IV – IV+ (presente qualche chiodo) – 30 m
Si supera dapprima il muretto molto appigliato a destra del tetto, che consente di aggirare il masso triangolare (III+); subito sulla sinistra si nota una bella placca con fessura: si può usare questa per salire (anche eventualmente per proteggere, con qualche friend grande), spostandosi a un certo punto sulla destra, dove c’è un chiodo, per poi uscire e trovare una catena per la sosta.

L 8 – III+ – 30/40 m
Proseguendo sul filo di cresta si superano alcuni facili muretti, puntando verso una sosta con cordone visibile sin dall’inizio del tiro: questa può essere usata come protezione per un passo facile ma esposto che consente di scendere alla sua destra, di circa un metro, per guadagnare una cengia alla base di due diedri. Ci si porta sotto quello più a destra, ben più facile, ove è presente una sosta con 2 spit.

L 9 – III+ – 40 m
Percorrere il canale-camino un po’ sporco e con roccette instabili, uscendo poi a destra per affrontare un ultimo muretto molto appigliato (un chiodo); risalita questa paretina ci si sposta a sinistra sino a trovare la sosta su due spit, ancorati ad un grosso masso.

GIUDIZIO

Via carina, continua su gradi facili facili, con serpentino molto bello e ruvido.
E’ facile da proteggere (noi abbiamo usato solo friends), con l’accortezza di allungare tutte le protezioni per limitare l’attrito della corda; l’unico tiro difficilmente proteggibile è il secondo, che infatti è – seppur con chiodatura da montagna – spittato.

L’ambiente poi è bellissimo, soprattutto quando si arriva in cima. Uno dei casi in cui ci si gode moltissimo anche la discesa!

DISCESA

Prendetevi del tempo per godere appieno della bellezza paradisiaca del versante che si apre innanzi ai vostri occhi, una volta in cima.

Bisogna poi scendere sino a raggiungere il sentiero che si vede più in basso e da qui, a seconda di dove avete parcheggiato, sono possibili due alternative.

  • Se avete parcheggiato nei pressi del sentiero di avvicinamento, presso la località Champ Long, forse conviene proseguire a sinistra, superare il colletto e raggiungere la strada campestre sottostante.
  • Se invece avete parcheggiato lungo la campestre prima di aggirare lo spigolo del Bec Raty conviene seguire il sentiero a destra, che costeggia il bel laghetto alpino sottostante, raggiunge una baita e poi, sempre tenendo la destra, scende in una valletta me-ra-vi-glio-sa colma di rododendri e altre fioriture, costeggiando un torrentello. Il sentiero raggiunge poi una strada sterrata che scende sino alla campestre.

a seguire foto di salita con i vari tiri e dello spettacolare sentiero di discesa

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