Via Yoghi – Sergent – Valle Orco

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CERESOLE REALE (TO) 1.620 m s.l.m. – CIMA DEL SERGENT tramite via Yoghi 1.850 m s.l.m. circa – Via sportiva – Difficoltà 5c (5c obbl.) – Sviluppo 450 m circa – Esposizione Sud

La nostra “prima volta” in Valle Orco! Dopo tanto rimandare ce l’abbiamo fatta, complice un weekend di tempo stabile e la possibilità di star fuori due giorni, in tenda, in compagnia di amici.

Non molto tempo fa eravamo stati nella vicina valle di Forzo per salire la via Allegro con Brio all’Apherian e ci eravamo divertiti molto, ripromettendoci di venire al più presto a vedere anche le meraviglie della valle Orco.

La prima cosa da dire è che il posto è davvero stupendo! Come abbiamo fatto a non andare in un posto così per tutti questi anni???
Misteri della vita 😉

La valle di Ceresole Reale, detta anche Valle di Locana o Valle Orco, è un luogo di incredibile bellezza, dove si possono svolgere disparate attività: passeggiate, trekking, hiking, bike immersi nella natura del Parco del Gran Paradiso, ai piedi dell’anfiteatro del Nivolet.


Detto questo l’arrampicata è invece un discorso a parte e come tutti sanno, è decisamente selettiva e adatta soprattutto agli amanti del granito, dei boulder, delle vie trad e delle fessure.

La via che abbiamo scelto noi è tra le più facili (forse la più facile) tra quelle del Sergent e soprattutto ha dentro anche qualche fix, cosa che da ste parti è tutt’altro che scontata.
Pochi fix…ma sempre meglio che il nulla cosmico!

E’ caratterizzata sui tiri finali da una incredibile placca attraversata da una fessura, che divide una parte nera da una parte chiara, quasi una riproduzione dello yin e dello yang del simbolo del Tao; è chiamata “dove l’acqua scompare” e rappresenta decisamente il pezzo forte della via, nonchè l’unico tratto di vera e propria arrampicata in fessura (per questo la via Yoghi è anche poco rappresentativa dell’arrampicata in Valle, dove in genere le fessure la fanno da padrone).

Avvicinamento

Appena sbucati dalla galleria che porta al paese di Ceresole Reale, seguire la strada segnata da un cartello sulla sinistra con indicazioni per il Camping La Peschera.

Dopo pochi metri si scorgerà sulla sinistra la mitica fessura Kosterlitz e circa 100 m più avanti un grosso parcheggio sempre sulla sinistra dove si lascia l’auto, proprio di fronte al Camping.

Dal parcheggio, evitare la strada erbosa che va verso destra anche se in breve troverete indicazioni per il Sergent (noi ne sappiamo qualcosa! 😛 se siete finiti qui avete sbagliato!) e seguire invece una traccia di strada sterrata ed erbosa sulla sinistra; dopo circa 50m individuare degli ometti alla propria destra dove parte il sentiero segnato con bolli rossi e bianchi.

Salire lungo il sentiero nel bel bosco di larici con qualche tratto (nel nostro caso) all’interno di vegetazione alta ma con evidenti segni di calpestamento.

Si arriva poi ad un canalone su ghiaia che si segue con 2-3 tornanti in verticale fino a quando il sentiero diventa ancora più ripido e troverete una corda fissa da risalire per circa 10-15 m.

Al suo termine scendere a destra per circa 20m per trovare la targa metallica alla base della via Yoghi, mentre se come noi troverete l’attacco della via bagnato, al termine della corda fissa proseguite invece in verticale per altri 20m fino all’attacco della via Per Giorgio.

In entrambi i casi, circa 20 minuti di cammino dal parcheggio.

Descrizione dei tiri

Come anticipato noi abbiamo dovuto attaccare sulla via Per Giorgio perché il primo tiro di Yoghi era completamente fradicio.
Si può poi traversare verso destra già durante il primo tiro oppure al termine del secondo tiro di Per Giorgio, come abbiamo scelto di fare noi.
Nel caso valutate in base al fradiciume riscontrato 😉

Via Per Giorgio

  1. L1 – 5a (30m) – Si attacca con una breve rimonta di un paio di metri che conduce subito su placca appoggiata, da seguire poi con solo una breve interruzione (terrazzino) fino alla sosta.
  2. L2- 5a (30m) – Dalla sosta in verticale con passi più facili a sinistra (4c) fino ad una nuova rimontina (5a), poi ancora per placca lavorata (stare a sx) fino alla sosta.

La via Per Giorgio prosegue con un bel tiro di 6a sulla sinistra su roccia nera, decisamente verticale.
Gli diamo giusto un’occhiata, ma il nostro obiettivo di giornata era la fessura bicolor della Yoghi e quindi decideremo di traversare verso destra per ritornare in linea (oltre ad esserci cagati un po’ sotto all’idea di provarci 😛 ).

Via Yoghi

  • L4 – 5b (30m) – Dalla sosta di Per Giorgio salire in verticale per un paio di metri fino ad incontrare un’evidente fessura orizzontale che può essere seguita con i piedi fino a ricongiungersi con Yoghi, all’altezza della paretina verticale di 5b del suo 4° tiro (nessuna protezione. Se si riesce mettere un friend all’inizio e alla fine del traverso).
    Salire poi la paretina verticale sfruttando gli ottimi quarzi lavorati sulla destra, quindi piegare a sinistra con passo un po’ scomodo sotto una rimonta aggettante e infine in verticale fino alla sosta.
  • L5 – 4c (30m) – Salire sopra alla sosta su erba, poi fare uno zig zag destra/sinistra fino ad una placca più verticale (fix) che si può rimontare direttamente o in modo più facile spostandosi più a sinistra (il chiodo è bello lontano).
    Poi con rocce più appoggiate fino in sosta su comodo terrazzo.
  • L6 – 4a (o 4c…se bagnata. 25m) – Sopra alla sosta per circa 5m su erba, poi seguire a destra una placca nera appoggiata (fix), quindi a seconda del bagnato salire verticalmente oppure piegare a destra su mini cengia erbosa e all’altezza di un alberello iniziare a salire in verticale (fix) per poi deviare leggermente a sinistra fino alla sosta.
  • L7 – 5b (o 5c per un passo. 25m) – Si segue in leggera diagonale sinistra una placca abbattuta fino alla parete successiva, quindi per una sorta di rampa in diagonale destra (fix) con poi traverso delicato verso destra (se siete alti magari arrivate comodi alle prese superiori, noi ovviamente no!).
    Quindi per rocce più lavorate fino alla sosta alla base della fessura sotto al tetto.
  • L8 – 5b (25m) – Salire a destra della sosta seguendo poi la fessura diagonale.
    Si può stare sia all’interno sia all’esterno (all’esterno un pelo più difficile, ma se avete lo zaino non ci sono molte alternative).
    Quindi superato il tratto chiave uscire a sinistra (altro fix), poi in verticale su placca e su rocce lavorate fino ad una sosta.
    Ignorarla e spostarsi a destra per due metri, poi facile rimonta e infine in piano fino alla parete successiva dove troverete un’altra sosta.
  • L9 – 5b – variante – o 4a via Yoghi (in entrambi i casi 50m se non si usa la sosta intermedia) – La variante sale dritta sulla non banale placca mentre l’originale segue il facile spigolo sulla sinistra, poco protetto ma decisamente più semplice.
    Si trova poi una possibile sosta intermedia che si può ignorare proseguendo per roccette e erba fino alla sosta successiva, vicino ad un albero.
  • L10 – 5c – variante – o 4c via Yoghi (30m) – Salire la fessura sopra alla sosta, poi su placca un po’ sprotetta e infine su fessura diagonale verso sinistra (variante).
    In alternativa salire per erba e roccette sulla sinistra, proteggere a friend e rimontare lo spigolo seguendone la linea fino ad una comoda conca (fix a dx).
    Proseguire dritto per placca e piccole fessure lavorate fino alla sosta alla base della fessura “dove l’acqua scompare” che caratterizza questa via.
  • L11 – 4c (20m) – Salire la bella fessura in dulfer e sfruttando a tratti i piedi al suo interno con la possibilità di proteggersi con un friend medio/grande tra il primo e secondo fix.
    Piegare quindi a destra tenendo i piedi in placca o camminando proprio sullo spigolo della fessura fino alla sosta.

Noi qui abbiamo deciso di fermarci perché eravamo un po’ bolliti dal sole e dalla stanchezza e avevamo tutto sommato raggiunto l’unico obiettivo di giornata, ovvero affrontare l’estetica fessura che è sicuramente l’aspetto più particolare di questa via.

Si può però terminare l’opera con un successivo tiro di 30-40m su bella placca nera (5c) e un altro tiro (4c) fino alla vetta delle rocce del Sergent.

Valutate voi in base a quello che volete fare e al tempo che avete.

Discesa

Se arrivate fino in cima, dovrebbero bastarvi 7-8 calate, altrimenti da dove ci siamo fermati noi (dopo la fessura bicolore) le calate sono 6, tutte da 60 metri eccetto l’ultima in cui bastano 30 metri.

Attenzione solo alla calata tra S11 e S9 perché scendendo fino alla sosta più bassa (quella alla base del tratto di collegamento) le corde da 60 metri ci arrivano solo grazie all’elasticità, quindi se avete corde rigide fermatevi 5 metri prima e poi scendete a piedi fino alla sosta bassa.

Anche tra S9 e S6 si può fare una sola calata ma si arriva sui prati circa 6-7 metri a monte della sosta, facilmente raggiungibile a piedi senza grossi pericoli.

Giudizio

Una via sì “facile” ma non scontata (se non siete abituati a questo tipo di roccia e di arrampicata) che risale le belle placconate del Sergent, una delle strutture più note della Valle. E’ ovviamente molto ripetuta, cosa che può causare qualche rallentamento in presenza di più cordate, considerato anche il fatto che le calate ricalcano il percorso della via: quindi taratevi su tempi un po’ più dilatati del normale.

Tendenzialmente di placca e aderenza, ha qualche tiro che spezza la monotonia, tra cui la fessura bicolore “dove l’acqua scompare” che va assolutamente vista! La roccia è un granito che nei vari tratti presenta consistenze e grip diversi, con una grana spessa e molto solida.

La chiodatura è a tratti buona e a tratti parecchio lunga, in placca impossibile da integrare: è un po’ il “bello” di queste vie (diciamo così!).

Senz’altro consigliata per un primo approccio, anche perchè mano a mano che si sale offre una visuale davvero panoramica dell’intorno, a meno che non mastichiate fessure e granito su gradi più elevati che vi consentano di approcciare itinerari ben più impegnativi che da queste parti non mancano di certo, anzi!

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