Allegro con Brio – Ahperian – Bellissima via di fessura

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Pessetto, fraz di Molino di Forzo, Ronco Canavese (TO) 1.000 m s.l.m. – Via sportiva multipitch da integrare – Sviluppo: 200 m circa – Difficoltà 6a (5c obbl.) / VI – Esposizione: SO

Era da più di un anno che avevamo in programma di andare a fare questa via.
Ce l’aveva consigliata un amico, ma un po’ per il fatto che per noi è un po’ lontano e un po’ per il timore del grado medio richiesto, abbiamo sempre titubato e rinunciato.

Oggi finalmente abbiamo preso l’iniziativa, complici le temperature finalmente più gradevoli e anche un minimo di cazzimma acquisita con le scalate sarde delle settimane precedenti.

Si tratta di una via su ottimo granito, caratterizzata dalla presenza di continue fessure, orizzontali, diagonali o verticali che siano.

Le difficoltà sono molto costanti sul 5c, con qualche punto un pelo più semplice o un pelo più duro.
E soprattutto, per quanto ben spittata, ci sono situazioni in cui, proprio per il fatto che esiste la fessura, gli spit son ben lunghi, e quindi è consigliabilissimo proteggere a friend, a meno che non vi sentiate già a vostro agio senza.

Non avevamo mai scalato da queste parti; il posto più vicino dove siamo stati è la Rocca di Lities nelle valli di Lanzo, dove abbiamo affrontato la via “adesso basta“, molto bella anch’essa.

La valle di Forzo, dove sorge l’Ahperian, è un luogo incantevole e salendo lungo la via ne gusterete il panorama e le notevoli placconate, maestose e severe.
Siamo nel parco del Gran Paradiso e la suddetta valle è una traversa della più nota val Soana.
A poca distanza c’è anche la valle dell’Orco, dove ancora dobbiamo andare a sperimentare le prime vie (sempre per le ragioni elencate all’inizio! 😛 )

Ma arriveremo anche lì….con calma….tanto siamo gggggiovani (ehhhh insomma…..più o meno…. 😀 )

Avvicinamento

Da Pont Canavese, prendere in direzione della val Soana, poi dopo alcuni tornanti e un tratto di strada a curve seguire per Molino di Forzo (deviazione a sx dopo alcuni km).
Poco prima del paese di Pessetto, si vede sulla destra della strada un cartello giallo con la scritta Ahperian e Ancensieu che segnala il percorso, in corrispondenza di un grosso masso.

Circa 300 m dopo sulla sinistra si trova uno slargo in corrispondenza di un ponticello chiuso dove si può parcheggiare.

Tornare indietro lungo la strada e seguire il sentiero indicato dal cartello visto in precedenza per circa 10 minuti, fino un ad un secondo cartello dove bisogna andare a sinistra.
Salire ancora per 2-3 minuti con ometti sino all’attacco della via che ad oggi coincide con quello di Eno Valerio e Via del Fratello (un evidente diedro colorato e verticale con un tratto leggermente aggettante a metà). Scritta Eno Valerio alla base, 15 min. circa dal cartello su strada.

Descrizione dei tiri

  1. 5b/c (20m) – Salire il diedro ben protetto ma con un paio di passi non banali nella prossimità della leggera spanciatura.
    Quindi per rocce più semplici fino ad una placca che risulta più facile sulla sinistra dello spigolo. Infine in sosta (comoda, come più o meno tutte quelle presenti in via) con catena.
  2. 4c (20m) – Alzarsi qualche metro in verticale, poi spostarsi a destra e scendere in un canale sfruttando la protezione di un cordone su cui si può spittare per poi rimontare dal lato opposto dove si trova una lama fantastica con cui traversare verso destra fino alla sosta.
  3. 5c (25m) – Più o meno in verticale per placca fino a raggiungere la fessura, quindi seguirla a sinistra in direzione di un alberello, poi in diagonale destra lungo un’altra fessura, fino in sosta. Chiodatura lunga all’inizio (integrabile), e prima della sosta dove la placca si abbatte un poco.
    Sosta in comune con le Vie Eno Valerio (che poi prosegue a destra) e Via del Fratello (che invece prosegue a sinistra).
  4. 5c (25m) – Simile al precedente.
    Seguire la fessura prima verso sinistra, poi ignorare gli spit che continuano in quella direzione e piegare invece a destra lungo un’altra fessura con dei quarzi, “camminabile” (le virgolette sono d’obbligo) con un paio di passi più rognosi per l’uscita in sosta.
    Chiodatura lunga in qualche tratto ma molto facilmente integrabile tramite friend medi (per chi volesse).
  5. 5c (15m) – Salire in verticale sopra la sosta o leggermente alla sua destra, quindi seguire una fessura obliqua in quella direzione (piedi a spalmo e mani a volte nette ma piccine) fino a quando la fessura non si verticalizza.
    Quindi passo un po’ più tecnico fino ad una zappa, poi facile e breve traverso a destra e infine con buone cose per mani e piedi fino alla sosta lungo la verticale.
  6. 6a/5c/5b (35m) – Salire dritti sopra alla sosta raggiungendo la fessura orizzontale che va seguita a destra fino allo spit (ocio che le mani non sono sempre buone).
    Salire quindi con piedi piccini tenendo un discreto rovescio di sinistro e alzarsi ancora fino a delle buone zappe (passo chiave dal punto di vista tecnico).
    Poi più facilmente a sinistra sino ad uno spit un po’ alto.
    In seguito fessura diagonale verso destra, inizialmente un po’ ostica, poi via via più facile.
    Ultimi metri in verticale con uscita non banale, fino alla sosta su comodo terrazzo.
  7. 5c/6a/5c (25m) – Tiro chiave per fisicità e anche per la chiodatura meno generosa dei precedenti (ma per fortuna ci sono 3 friend incastrati che fanno un po’ le veci, ulteriormente integrabili con friend piccoli e medi nella prima parte).
    Salire nel diedro seguendo la lama di sinistra protetta da due spit, quindi salire fino ad un friend incastrato e affrontare il passo più verticale e lungo con buone mani in dulfer e qualche piede sulla placca di destra.
    Eventualmente si può integrare con un friend piccolo prima di uscire dalla verticalità.
    Dallo spit, salire ancora fino ad un secondo friend incastrato, quindi a destra prima del tetto raggiungendo delle rocce più lavorate che consentono di alzarsi più facilmente fino allo spigolo dove troverete un terzo friend incastrato (da allungare o sostituire con uno proprio).
    Quindi spit a destra (forse di un’altra via) e risalire il diedro di sinistra con buoni piedi. Qui la fessura è molto larga.
    Infine uscire a sinistra su ampio terrazzo fino alla sosta.
  8. 5a/4c (25m) – Partenza non banale seguendo una mini rampa verso destra fino allo spigolo dove bisogna alzarsi un po’ per spittare.
    Quindi salire per blocchi di rocce incastrate (attenzione) uscendo poi a sinistra su una piccola cengia.
    Proteggere con friend (se volete), quindi in verticale fino ad un altro spit e poi per terreno più semplice fino alla sosta.

Volendo la via prosegue per altri 3 tiri, che però la maggior parte delle cordate non fanno.
Un po’ per la lunghezza della via e un po’ per il fatto che – almeno il nono – pare sia un filo più ravanoso.
Non lo sappiamo.
Noi ci siamo fermati qui, anche vista l’ora che si era fatta (abbiamo attaccato alle 12:30 come dei signori e c’era pure traffico in via).

Il nostro solito commento di vetta al termine della via

Discesa

Lunga e tempestosa 😛
Non avendo cordate dietro di noi siamo scesi sulla stessa linea della salita, accorpando i tiri più brevi, altrimenti si può optare per calarsi su Eno Valerio o sulla Via del Fratello, scelta consigliabile se ci fosse ancora traffico su Allegro con Brio… sicuramente un gesto cortese nei confronti di chi sta ancora salendo 😛

Nel caso in cui invece voleste calarvi sulla stessa via, fate attenzione una volta raggiunta la quarta sosta.
Non calatevi dalla catena che avete usato in salita, ma sfruttate due fittoni alla vostra sinistra che vi permetteranno di far scendere le corde oltre un alberello che creerebbe problemi con la corda.

Così facendo potrete raggiungere direttamente la sosta del secondo tiro, evitando di rifare in calata il pericoloso traverso tra la terza e la seconda sosta.

Giudizio

Via molto bella e anche abbastanza varia, caratterizzata soprattutto dalla presenza costante di fessure che vanno seguite con le mani e a volte con i piedi.
Tenetene conto se questo non è il genere di arrampicata che più gradite! 😉

Noi ci siamo divertiti parecchio (chi più chi meno… a dire il vero 😀 ).

La roccia è un ottimo granito, compatto ma spesso generoso, talvolta placcoso e in rarissimi casi un po’ scivolino (sesto tiro in particolar modo).
L’arrampicata è di tipo tecnico e abbraccia la placca, il diedro, la fessura, la lama, il dulfer e a piccoli tratti anche un po’ di strapiombo (light).

Chiodatura fatta bene e sicura, ma lunga in molti tratti dove è invece possibile proteggere a friend (e a meno che non saltelliate sul grado, vi consiglieremmo di usarli senza pensarci troppo).

Il 5c obbligatorio ci sta, non è richiesto davvero di più, ma considerate che la via è moooooooolto continua su questo grado, quindi affrontatela solo se l’avete agevole e siete abituati al granito e a questo tipo di arrampicata. Altrimenti lo stress è assicurato.
Per i calcaristi, potrebbe risultare difficile a parità di grado.

Vedete voi. Tanto le soste sono tutte attrezzate con catene e anello di calata e da qui si scende facile.
Attenzione solo alle indicazioni che abbiamo messo nella sezione “discesa” onde evitare rischi inutili.

La via è molto gettonata e oggi ad esempio oltre a noi c’erano altre 3-4 cordate, quindi se non volete trovare traffico è consigliabile arrivare presto all’attacco.
Noi siamo arrivati tardi ma non ne abbiamo sofferto grazie ai simpatici Giorgio e Martika che ci hanno preceduti e che ringraziamo per la compagnia.

Enjoy!!!!

Per farvi un’idea della storia alpinistica di queste bellissime placconate date un’occhiata al sito della Val Soana.

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