via Pastasciutta e Scaloppine – Pilastro dei Pitoti – Rogno – Val Camonica

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ROGNO (BG) – Val Camonica – Pilastro dei Pitoti – Arrampicata – Via lunga a fix con chiodatura da montagna – Difficoltà V+ / IV – Sviluppo 120mt

Oggi cercavamo una via che potesse asciugare in fretta dopo la brutta giornata di ieri, quindi esposta a sud, a quota non troppo alta (ormai siamo in autunno inoltrato) e magari con chiodatura un po’ montagnosa per tenere in esercizio la testa.
Ad ovest davano ancora brutto, così mi sono ricordato delle vie sopra a Rogno, paesino che segna l’inizio della val Camonica e che regala un anfiteatro di vie placcose su un bel verrucano lombardo, compatto e molto piacevole da arrampicare.

La mia ultima esperienza su queste pareti risaliva a circa 15 anni fa ed avevamo salito la via “Digiuno delle Galline” della quale ricordo (con chiappa stretta…) un passaggio di 5c sprotetto e in traverso che mi aveva segnato all’epoca.

Il mio socio invece non era mai stato a scalare qua e così ho pensato di scegliere come via quella che è stata aperta per prima e che viene ritenuta come la super-classica della parete: pastasciutta e scaloppine, anche visti i giudizi positivi delle recensioni lette.

La via in sé non presenta difficoltà esagerate, ma su ste pareti la chiodatura fa la differenza e quindi il grado è sempre obbligatorio e bisogna sentirsi molto confortevoli su quel livello di difficoltà per affrontarlo quaggiù perché le possibilità di proteggere sono spesso limitate e a volte del tutto inesistenti.
I tiri sono sui 35-40 metri, con una media di 3-4 spit a tiro, quindi quasi uno ogni 10 metri.
Motivo per il quale, nella descrizione, darò dei gradi UUIA e non gradi francesi come vedo fanno la maggior parte dei siti, anche tenendo conto della oggettiva difficoltà o (a volte) impossibilità ad integrare con protezioni veloci.
Pur non essendo vie di montagna intese in senso stretto, sono protette come tali e quindi penso sia più adatto questo tipo di gradazione.

Avvicinamento

Raggiunto il paese di Rogno, seguire per il cimitero accanto al quale è presente un parcheggio per 5-6 automobili.
Lasciata la macchina, imboccare il sentiero a sinistra del cimitero dove si trovano indicazioni di massima sulle vie (esposte su un pannello di legno).
Risalendo lungo il sentiero, entro pochi minuti si raggiunge il primo settore (piramide di Cheope).
Proseguire poi verso destra fino ad un altro bivio dove, sopra ad un sasso, con scritta bianca un po’ sbiadita, è indicata la traccia per il Pilastro dei Pitoti che da qui si raggiunge in circa 6-8 minuti.
Quando trovate un muretto a secco sulla sinistra, risalite i due muretti successivi per traccia ben visibile fino a raggiungere la base della parete.
La via Pastasciutta e Scaloppine è quella che parte all’angolo sinistro della parete, indicata da scritta gialla sulla roccia.

Descrizione dei tiri

  1. IV – 40mt – Salire verticalmente la placca sopra alla scritta fino ad uno spit, poi infilarsi in un diedrino leggermente sulla destra tra rocce rotte ed infine leggermente a sinistra fino ad una cengia con comoda sosta.
  2. V+ – 40mt – Tiro chiave. Dalla sosta spostarsi a sinistra di un paio di metri ed alzarsi bene con i piedi fino al primo spit. Da lì puntare verso il diedro sovrastante. Volendo, è possibile integrare con un dado medio nel diedro o con uno piccolo in una fessura un po’ più sotto.
    Usciti dal diedro, deviare diagonalmente a destra fino ad un altro spit e poi proseguire verticalmente con bella arrampicata (V) per 10 metri (qui non si riesce ad integrare….stringete il culo).
    Raggiunto l’ultimo spit, si obliqua in diagonale sinistra e con passi più facili (IV) si raggiunge la sosta su terrazzino.
  3. IV+ – 25mt – Salire verticalmente seguendo una fessura evidente che passa a sinistra di una grossa roccia sporgente. Poi uscire a destra su placca e proseguire verticalmente fino alla sosta, alla sinistra della quale, volendo, c’è una via di fuga su sentierino (non avendolo fatto, non so quanto sia bello/brutto).
  4. IV – 35mt – Dalla sosta alzarsi di qualche metro in diagonale destra e uscire sullo spigolo dove si trova in breve uno spit. Ignorare ulteriori spit sulla destra che appartengono ad altre linee e proseguire leggermente a destra della linea di spigolo fino ad un secondo spit e quindi in breve alla sosta, alla base di un diedro di pochi metri.
  5. IV+/V – 25mt – Salire il diedrino sopra alla sosta, poi rimontare delle facili rocce sulla destra fino ad uno spit. Da lì puntare ad un cespuglio alla base di un evidente diedro che va poi risalito verticalmente con passi divertenti e tecnici. Possibile integrare il passo di V con un dado. Uscire quindi sull’ampio terrazzo di vetta dove ci si può riposare.

Volendo è possibile proseguire la via affrontando altri due tiri sulla parete successiva: il primo, via delle capre, di IV grado e 45 metri. Il secondo (successivo al primo), top gun, di V- e 40mt.
Noi non li abbiamo fatti perché dovevamo tornare presto ma se avete tempo fateci un giro!

Discesa

C’è un sentiero di discesa accessibile dal terrazzone al termine di Pastasciutta e Scaloppine, ma dalle relazioni che ho letto lo danno piuttosto impervio quindi abbiamo preferito calarci sulla via sfruttando gli abbondanti anelli.
Mi dicono dei ragazzi del posto che volendo, si possono fare anche solo 2 doppie da 60mt (esatte).
Noi abbiamo fatto una prima doppia da 20mt circa, poi una da 40mt leggermente diagonale e un’ultima da 60mt con la quale siamo arrivati giusti giusti a terra.
Vedete voi. Comunque ci sono molte soste lungo la parete e si possono sfruttare quasi tutte per calarsi.

Giudizio

Via molto gradevole su roccia ottima, resa interessante in particolar modo dalla chiodatura blanda che garantisce la giusta dose di adrenalina una volta che se ne esce.
L’importante è scegliere una via sulla quale, per voi, il grado massimo sia agevole. Altrimenti potreste trovarvi in difficoltà o anche in situazioni di rischio a causa delle poche possibilità di integrare con protezioni veloci.
Ad ogni modo consiglio di portare con sé soprattutto dadi piccoli e medi che sono i più sfruttabili.
Volendo anche qualche friend, soprattutto misure piccole. Noi i friend non li abbiamo usati se non uno piccolo sul primo tiro di riscaldo.

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