Val Chiarone – Anello Rocca d’Olgisio – Monte Sereno – A spasso per l’appennino Piacentino

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Località Case Gazzoli, Pianello Val Tidone (PC) – Rocca d’Olgisio – Monte San Martino – Monte Sereno; trekking EE, disliv. coml. 900 m circa, sviluppo compl. 11 Km circa (giro completo)

Il piacentino è una zona a cui siamo storicamente legati.
Avendo una casa in val Trebbia abbiamo frequentato questi luoghi per anni, iniziando a scoprire e conoscere il territorio.

Poi nel tempo abbiamo creato delle amicizie in loco e solo così siamo potuti realmente entrare nel cuore di questo territorio, schivo, che nasconde le proprie bellezze agli occhi dei più, ma non per questo si tratta di cose inaccessibili!

In passato abbiamo esplorato l’alta val Nure, con il Dente delle Ali ed i percorsi di trekking limitrofi.

Questa volta vi proponiamo un giro in val Chiarone, una sorta di parallela alla val Tidone (più conosciuta) e nella quale abbiamo già sperimentato un itinerario di semplice arrampicata: lo Spigolo delle Lucertole, probabilmente sconosciuto ai più.

Proprio accanto si sviluppa il sentiero che vi proponiamo, che vi porterà in luoghi inaspettati e caratteristici che sicuramente vi lasceranno in più punti a bocca aperta.

Il paesaggio regala una calma bellezza ogni volta che il bosco si dirada, ed anche all’interno del bosco scoverete cose che di certo non vi aspettereste.

Pronti per il viaggio? E andiamo!!

Avvicinamento

Superato Pianello Val Tidone (PC) e la successiva Località Case Gazzoli, si attraversa un ponte su un rio poco oltre; subito dopo è presente uno spiazzo dove lasciare l’auto.

Immediatamente a fianco si nota una formazione rocciosa, accanto alla quale si stacca una traccia che sale ripida sul suo lato sinistro. Percorrendo poche decine di metri, sulla destra, è possibile avvicinarsi alla roccia nel punto in cui attacca la placca dello Spigolo delle Lucertole: questa volta noi proseguiremo sul sentiero.

Descrizione del percorso

Salendo seguendo la traccia si guadagna il filo di cresta, sbucando al termine della Via di arrampicata. E qui, voilà, fanno la comparsa i primi fichi d’india nani, che non è proprio quello che ci si aspetta di trovare in questi luoghi! Ne vedremo molti altri andando oltre, aggrappati alla cresta rocciosa esposta a sud che guarda verso Chiarone.

Da qui si seguono i saliscendi del sentiero che percorre la cresta, passando accanto a forre e toccando punti anche piuttosto esposti, che però consentono una bella visuale a 360 gradi sulle colline – nel nostro caso avvolte nelle nebbie del mattino.

Si punta alla Rocca d’Olgisio (570m s.l.m.), che diventa presto un punto di riferimento ben visibile.
Il complesso architettonico, la cui origine pare sia antecendente all’anno mille, è come spesso accade frutto di varie stratificazioni storiche, che lo rendono un manufatto articolato ma armonioso, almeno per quello che abbiamo potuto vedere noi, senza poterla visitare all’interno (peccato!!). Ha anche una storia più recente quale sede della II divisione partigiana di Piacenza, risalente ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

La Rocca d’Olgisio vista dalla cresta

Per chi volesse approfondire (o pensare di passare una notte nella struttura, che è anche un B&B) c’è ovviamente un sito dedicato.

Noi proseguiremo, costeggiando le mura orientali della rocca e puntando in direzione sud: poco oltre è possibile seguire una traccia che devia dal sentiero principale di una decina di metri, scendendo, e che porta in un altro luogo alquanto suggestivo. Ci troviamo sotto il filo di cresta, in un punto che guarda a sud-ovest, dove l’azione dell’acqua (e a volte dell’uomo) ha scavato nell’arenaria grotte e grossi buchi dalle forme morbide, che ricordano quasi un alveare.

Risalendo poi al sentiero che avevamo abbandonato, dopo poco lungo la cresta, si incontrerà un’altra strana formazione naturale/artificiale: una sorta di podio collocato il un ponto elevato che guarda verso il paesaggio circostante (oppure che invita al suicidio, decidete voi 😉 )

Da qui si comincerà a scendere nel bosco, abbastanza ripidamente, fino ad arrivare in una valletta fredda e ombrosa dove sono presenti grossi massi isolati che ci dicono essere anche una palestra di boulder. Di certo non fruibile in questa stagione, vista l’umidità!

In prossimità dei massi si rinviene un bivio ove è possibile scegliere se risalire, proseguendo verso il Monte San Martino, oppure scendere, raggiungendo dopo non molto la strada asfaltata che riporta al nostro parcheggio.

Qualora decideste di salire, in circa 20 minuti di ripido bosco si raggiunge la vetta del San Martino sulla quale sono presenti degli scavi archeologici (l’area è attualmente transennata e interdetta).

Girando attorno agli scavi, si riprende il sentiero che scende ripidamente tra le rocce lungo la cresta sud-est del monte, passando accanto a delle formazioni rocciose a dir poco incredibili, pieni di buchi che sembrano formare strane facce e con una grotta più grande in cui è anche possibile entrare.

L’assurda falesia a buchi che si incontra scendendo dal Monte San Martino

Continuando in discesa si raggiunge poi la località Madonnina (una sorta di cappelletta) e quindi la strada.

Fino a qui si sono compiuti circa 5.3km e 550 metri di dislivello.
Seguendo la strada verso sinistra si torna entro breve alla macchina, ma i più temerari se lo desiderano possono completare l’anello più largo salendo anche il Monte Sereno che si trova sul versante opposto della valle.

Il sentiero per il monte Sereno si incontra seguendo la strada in direzione della macchina per circa 200 metri fino ad incontrare una sterrata che scende a destra (c’è un cartello CAI su un albero).

Dopo altri 200 metri sulla sterrata in direzione opposta alla precedente, fare caso ad un contrafforte in cemento che attraversa il torrente sulla sinistra: in quel punto parte il sentiero vero e proprio, sul versante opposto del torrente.

La salita al monte Sereno è piuttosto lineare e più che un percorso pedonale sembra più rivolto alle mountain bike; difatti in più punti (soprattutto in discesa) la traccia è a dir poco “sventrata” dai solchi lasciati dalle bici e probabilmente anche dalle moto da trial.

A un certo punto si raggiunge un bivio: seguendo a sinistra si fa un anello più breve, a destra invece si salgono gli ultimi metri fino alla “vetta” del Sereno.
Da qui la visuale si apre più che altro sul versante sud-est, in direzione della val Trebbia perché il versante opposto è invece coperto dalla vegetazione.

Seguendo il sentiero in discesa si incontra prima il collegamento con la deviazione descritta poc’anzi, poi si raggiunge una casa diroccata che si supera prendendo il sentiero verso nord-nord-ovest.

Prima di scendere lungo il sentiero, è consigliabile proseguire dritti qualche metro fino ad un bel terrazzo panoramico che consente di godere di un’ottima vista sulla val Chiarone e sul percorso già affrontato dalla parte opposta della valle.

Si riprende quindi il sentiero in discesa fino ad una strada sterrata che infine riporta sulla provinciale.
Andare quindi a sinistra fino a ritrovare il parcheggio e l’auto.

Giudizio

Trekking interessante e remunerativo, ricco di sorprese e di luoghi inaspettati, che suscitano in alcuni casi curiosità e stupore: le colline intorno offrono alla vista un paesaggio dolce e quasi rarefatto, in cui l’antropizzazione, pur presente, non è soverchiante.
La prima parte (Rocca d’Olgisio e Monte San Martino) è senza dubbio la più affascinante e consigliata mentre la seconda (Monte Sereno) è più che altro una scusa per macinare un po’ di dislivello e sviluppo aggiuntivi, oltre che un modo per vedere le cose da una prospettiva diversa 😉

Nonostante sviluppo e dislivello contenuti, non si tratta di un trekking adatto a tutti perché si cammina spesso su terreno difficoltoso, si sale su rocce, si passa su punti esposti non protetti: lo consiglieremmo solo ad escursionisti esperti.

Quello che vi possiamo garantire però è che ne vale la pena!!

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