Monte Sodadura da Moggio e Rifugio Grassi dalla Val Biandino: a spasso con il cane

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1° GIORNO: PARCH. AGR. LA BAITA (1.100 m slm) – RIF. GRASSI (BOCCHETTA di CAMISOLO – 2000 m slm) – disliv. 900 m – trekking
2° GIORNO: MOGGIO (LC) (890 m slm) – PIANI DI ARTAVAGGIO (1.600 m slm) – MONTE SODADURA (2.010 m slm) – disliv. 1.120 m – sviluppo compl. 16.4 km – trekking

Un weekend diverso per noi: d’estate tendiamo a migrare in alta quota per non soffrire il caldo, ma questa volta, complici una serie di circostanze, siamo rimasti sulle montagne di casa, in Val Sassina, a godere di due giorni di tranquille camminate in compagnia, con un nuovo amico peloso!
Lui è un cucciolone di Golden Retriver di un anno e, nonostante l’energia e l’impegno… lo abbiamo sfiancato 😀

I percorsi sono stati scelti anche in base alle sue esigenze, quindi tenendo conto di lunghezza e difficoltà ma anche della presenza di acqua: i Golden infatti sono cani da caccia in palude e non si lasciano sfuggire nessuna pozza, ruscelletto… pozzanghera!

Entrambe le escursioni sono adatte a tutti, pelosi di qualsiasi taglia inclusi, su comodi sentieri che in questa stagione hanno l’unica pecca di essere molto frequentati.

GIORNO 1: PARCHEGGIO AGRITURISMO LA BAITA – RIF. GRASSI risalendo la Val Biandino

Risalendo la strada della Val Biandino, a tratti sterrata ma comunque in ottime condizioni, è possibile parcheggiare poco sotto l’agriturismo “La Baita” (i posti non sono molti, bisogna arrivare presto): da qui è possibile seguire la strada, che prosegue verso monte, oppure tagliare per il sentiero sul versante opposto. La prima parte di sentiero attraversa un bosco, qualche frana e radura, costeggiando il torrente, per poi risalire per prati fino alla Bocchetta di Camisolo, sotto la quale, sul versante opposto, si trova il Rifugio Grassi.

Qui, dove la vista si apre sulle valli circostanti, noi ci siamo fermati, ma volendo si può proseguire fino a raggiungere il Pizzo dei Tre Signori attraverso la cresta ovest (magari senza cane al seguito, è comunque bella lunga!).
La verità è che il menù del Rifugio Grassi era troppo allettante: cucina ottima, da ristorante, ve lo consigliamo caldamente.

GIORNO 2: DA MOGGIO AI PIANI DI ARTAVAGGIO CON ALLUNGO AL MONTE SODADURA

Dal paesino di Moggio, in corrispondenza della curva di Via Don P. Mariani dove si forma una piazzetta (con gelateria artigianale) si imbocca una stradina che dopo una prima parte cementata e ripida si trasforma in sentiero: per boschi e qualche radura si risale fino ai Piani di Artavaggio, dove in qualsiasi stagione è possibile trovare ristoro in più di una struttura.

Lasciati gli amici bipedi e quelli pelosi al Rifugio Casari, noi decidiamo di fare un allungo fino alla cima del Monte Sodadura, la montagna di forma piramidale che si scorge da tutti i prati dei Piani d’Artavaggio: seguiamo la sterrata fino al Rifugio Nicola, tagliando per prati ove possibile e da qui percorriamo tutta la cresta sino alla cima, in circa 35 minuti di sentiero facile.
E’ una classica scialpinistica, ma noi volevamo macinare un altro po’ di dislivello!

La discesa la faremo dall’altra cresta, un po’ più sfasciumosa, che punta dritto alla piana… per poi mettere nuovamente le gambe sotto al tavolo in tempo per il pranzo: tu chiamalo se vuoi “alpinismo comodo!”

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