Fobello (VC) Loc. La Gazza 1.175 m s.l.m. – Alpe Selle 1.824 m s.l.m. – trekking difficoltà E, dislivello + 750 m circa, sviluppo 11,5 km circa
Questa escursione l’avevamo già tentata a fine marzo (2025) ma c’era ancora troppa, troppa, TROPPA neve: si arrancava, soprattutto dall’alpeggio mediano in poi.

Ma visto che il posto ci era piaciuto abbiamo deciso di tornare un paio di mesi dopo, con la neve disciolta ed i primi inizi di fioritura pronti a dare il loro massimo, un attimo prima dell’esplosione di colori che caratterizza queste quote, soprattutto grazie ai rododendri che quando sbocciano… colorano le montagne!
Le mandrie sono già qui, adesso: si godono la stagione e i pascoli alti, è tutto uno scampanare.
Siamo saliti con la nipotina che non ha apprezzato troppo il dislivello 😀 , abbiamo mangiato al Rifugio Alpe Selle con tutta la calma del mondo, passeggiata digestiva alle Rovine di Villa Aprilia e poi discesa di buon passo – cioè… di corsa! – che il sentiero è buono e i giovani amano più scendere che salire.
Villa Aprilia o quel che ne rimane è stata una sorpresa: arrivando dal basso le rovine quasi non le noti, ma passando poi dalle baite dell’Alpe Selle si fanno sempre più presenti, scheletri di una dimora che doveva essere stata magnifica, se non altro per la posizione. Siamo all’inizio del ‘900: venne creato un ampio terrazzamento in una posizione a dir poco eccellente, con vista sul Lago alpino di Baranca e retrostante cascata. Sopra il terrazzamento una villa Belle Epoque a più piani, che dominava la valle con qualche pretesa architettonica in più rispetto alle limitrofe baite in pietra che ancora le sopravvivono: venne infatti acquistata dalla famiglia Lancia e ribattezzata Aprilia come il modello di punta della omonima casa automobilistica. Entrando nelle rovine non si può non notare l’architrave decorato con il nome della villa, ora riverso a terra ma ancora integro. Quel che resta dell’edificio, distrutto da un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale, ci racconta parte della sua storia lasciandoci immaginare il resto: un portico che raccoglie lo sguardo verso la valle sottostante, fissandone la prospettiva; un ambiente centrale piccolo ma curato in ogni dettaglio; ampie aperture verso quelli che dovevano essere giardini alpini, integrati nel paesaggio. Un’opera nel suo piccolo grandiosa.
Percorso
Impossibile perdersi: arrivati a Fobello (VC) in auto si prosegue lungo la strada fino al suo termine in Loc. Alpe La Gazza (1.175 m) dove si parcheggia; se qui non c’è posto lungo la strada scendendo ci sono altri spiazzi disponibili, sempre avendo riguardo verso gli accessi carrai ai pascoli e alle attività agrosilvopastorali della zona.
Dall’Alpe La Gazza parte il sentiero, una stretta mulattiera che arriva a lambire le Alpi Catolino (1.252 m) e Lungostretto (1.291 m) attraversando poi il torrente Mastallone: da qui con qualche tornante si risale sul versante opposto, traversando in costa fino ad arrivare in vista dell’Alpe Baranca (1.566 m) e poco dopo di una cappella ricavata nella roccia.
Ancora un tratto in falsopiano e si ricomincia a salire, sempre in maniera assai graduale, fino alla prossimità delle cascate generate dal Lago Baranca: in alto si vede già il Rifugio Alpe Selle, piccino, incastonato tra le cime limitrofe.
In breve si raggiunge il Lago Baranca (1.775 m), si passa oltre e si incontra un bivio: è possibile seguire per il Rifugio sulla destra oppure puntare all’Alpe Sella e alle rovine della Villa Aprilia-Lancia sulla sinistra. Entrambi i siti sono collegati da un sentiero in quota quindi è possibile fare un piccolo anello.
Raggiunta l’Alpe Selle si può proseguire oltre fino alle cime limitrofe: noi eravamo in modalità plaisir quindi non abbiamo esplorato oltre, ma la zona sembra interessante.
Giudizio
Una escursione di modesto impegno fisico (poi dipende dal livello di allenamento, come sempre) e di grande risultato: luoghi suggestivi e interessanti sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista storico. Il paesaggio alpino è abbastanza antropizzato ma rustico, gli alpeggi bucolici. In questo periodo le fioriture non hanno ancora raggiunto l’apice: aspettiamo i rododendri, che da soli colorano le montagne!
In alto lo sguardo spazia su un altopiano davvero bellissimo: l’Alpe Selle, ancora vissuta, è un piccolo paradiso. E poi ci sono i ruderi di Villa Aprilia: si legge la volontà architettonica di questo edificio, che voleva essere un pezzo di paesaggio ma soprattutto voleva guardare al paesaggio, con i suoi portici e i suoi giardini pensili affacciati sulla grande piana sottostante, sul Lago di Baranca. Una baita meno effimera che purtroppo non è sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale, contrariamente ai più modesti edifici dell’Alpe Selle. Scherzi del destino.
Una camminata da queste parti è più che consigliata a chi ama stare in ambiente montano senza eccessivo ingaggio ma – anche – senza troppe comodità urbane: il telefono prende da poco a niente, e con questo speriamo di disincentivare i più 😉
Se volete mangiare al Rifugio consigliamo di prenotare e, nel dubbio, portatevi i contanti!
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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