Erica sulla vetta della Cresta dell'Uranio

Cresta dell’Uranio, Rocca del Visconte – Gran Dubbione

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LOC. ROCCERIA, PINASCA (TO) 1.000 m s.l.m. circa – ROCCA DEL VISCONTE 1.400 m s.l.m. circa – Arrampicata – Via Sportiva – Difficoltà 5b max (spesso 4) – Sviluppo 300 m circa – Esposizione Sud

Era un po’ di tempo che avevamo voglia di esplorazione, di posti nuovi e scenari inediti: ci abbiamo provato nelle vacanze pasquali sull’Argentario (troppo vento) e successivamente con una via nell’Appennino Ligure (ravanage…) e finalmente ce l’abbiamo fatta!

Abbiamo scoperto un posto che a noi piace molto, nei pressi della bella Val Chisone che ci aveva già regalato delle simpatiche viette (I Tre denti di Meano e la Via Belvedere): il Vallone del Gran Dubbione.

Sì, fa molto ridere ne siamo consapevoli… e ci abbiamo scherzato per tutto il tempo! Ma di Dubbioni (scusate… 😀 😀 😀 ) non ne abbiamo più: una zona tranquilla, con moltissime possibilità di arrampicare in falesia o su vie, racchiusa tra montagne verdissime dove non ci si figurerebbe di trovare tutto questo granito.

Sembra poco frequentata, il che’ è un bene se non vi aspettate chissà che genere di “comodità”: anche trovare un baretto per aperitivo/colazione è difficoltoso. Ma ripaga se nella montagna si ricercano quiete e silenzio.

Volevamo qualcosa di plaisir, che ci permettesse di goderci soprattutto il luogo, e abbiamo optato per la facile Cresta dell’Uranio, che percorre tutto lo spigolo della Rocca del Visconte, una delle strutture granitiche della zona.

Se per la via non c’è stato alcun problema, la discesa è stata invece piuttosto rocambolesca: il torrente gonfio d’acqua ci ha costretto ad una serie di guadi non previsti! Era da un po’ che non ci capitava, alla fine è stata parte integrante del divertimento.

Avvicinamento

In corrispondenza di Pinasca si lascia la Val Chisone per risalire con l’auto una lunga strada asfaltata ma con tratti dissestati che superando un passo conduce alle baite di Gran Dubbione, immerse nei boschi rigogliosi della valle.

Poco prima delle prime case una strada, anch’essa asfaltata, si stacca salendo a sinistra: la si deve percorrere con qualche tornante fino ad uno slargo poco prima di un ponte sul torrente. Nello slargo è possibile parcheggiare comodamente.

Lasciata l’auto, si supera il ponte a piedi e subito a sinistra si imbocca una sterrata che sale, costeggiando il corso d’acqua: impossibile sbagliare, c’è un cartello di legno con scritto “arrampicata” … a Milano si direbbe a prova di pirla 😀 😀 😀

Si supera una baita in parte diroccata, poco dopo un altro cartello in legno “arrampicata” segnala un bivio a sinistra, che va imboccato. Il sentiero supera un piccolo torrente laterale (vi sono altri cartelli con indicazioni dei settori ma molti sono sbiaditi) dopo di chè bisogna tenere la destra a tutti i bivi che si incontrano fino ad arrivare sotto le pareti della falesia della Rocca del Visconte, con monotiri e relative targhette metalliche.

Fronte alla parete si sale tutto a sinistra fino allo spigolo: qui non c’è alcuna targa, ma la via è l’ultima cosa che c’è!

Descrizione dei tiri

La via è tutta ben attrezzata a spit, con la chiodatura un po’ più lunga nella seconda parte.
Le soste sono già collegate con catena nei primi due tiri mentre in tutta la parte centrale sono su due spit da collegare con cordino proprio.

I tiri sono tutti più o meno della stessa lunghezza, ovvero circa 30 m.

  • L1 – 5a / 5b – Il primo è probabilmente il tiro più impegnativo della via, nella sua semplicità. Si risale l’avancorpo per poi superare una serie di piccole rimonte più verticali fino ad un terrazzino roccioso. Qui affrontare lo spigolo con uscita più semplice sul lato destro fino alla comoda sosta.
  • L2 – 4c / 5a – Bella placca lavorata, generosa e ruvida, che si risale fino al soprastante evidente tetto sotto il quale c’è la sosta. Oltre a questo punto diventa poi difficile calarsi, nel caso di ritirata, a causa della conformazione del resto della via.
  • L3 – I / 4c / 3 – Faccia a monte si aggira il tetto sulla destra, camminando, fino a una specie di gradonata rocciosa diagonale che costringe ad un passo un po’ storto (cordone in sommità); ancora qualche metro per la sosta, posizionata su un enorme masso su comodo terrazzo pianeggiante. Da qui è anche possibile proseguire in conserva fino agli ultimi pilastri.
  • L4 – 4a – Si risale una serie di facili balze rocciose fino ad un ampio terrazzo. Sosta su grosso masso.
  • L5 – 3+ – Salire la placca sul masso successivo raggiungendo lo spigolo per poi rimontare a destra una piccola spanciatura. Quindi per facili placche appoggiate fino alla sosta.
  • L6 – 4a – Si risale lo spigolo stando su placca a sinistra, molto lavorata; tratto più abbattuto e poi sosta.
  • Trasferimento – Si cammina lungo la cresta fino ad incontrare la sosta successiva
  • L7 – 4a – Ultimo facile muretto che conduce alla base degli evidenti pilastri finali
  • L8 – 4a – Si sale in diagonale destra, con una serie di rimonte gradonate, fino alla sommità, dove si trova la sosta (spit con maglia rapida) posizionata su un gigantesco masso.
  • L9 – 4c / 5b (1p) – Salire sopra al masso e rimontare sulla parete di spigolo spostandosi un po’ a destra per seguire una semplice e lavorata placca che in diagonale sinistra evita il sovrastante tetto. Quindi passo verticale con mani svase, infine a destra in sosta.
  • L10 – 4c / 5b (1p) – Spostarsi a destra e salire verticalmente la placca, per poi superare una piccola rimonta con ottima lama da tenere; quindi facili balze fino alla sosta in sommità. Questo punto è un bellissimo terrazzo panoramico su Gran Dubbione… e tutto il suo Vallone!
Brevi spezzoni della cresta e della discesa

Discesa

Salendo il masso su cui è ancorata la sosta finale e percorrendo pochi metri sulla cresta erbosa è subito visibile un ometto a sinistra, che si segue per traccia ripida e vegetata, con alcuni massi instabili. Nel nostro caso ad un certo punto gli ometti non sono stati più visibili: dovendo raggiungere il sentiero sottostante abbiamo optato per la discesa meno pericolosa, entro un canalino di sfasciumi e terra.

Raggiunto il sentiero lo si percorre verso valle: attenzione che la traccia guada più volte il torrente… peccato che non ci fosse !!!ahinoi!!! alcuna traccia di guadi veri e propri! Abbiamo dovuto inventarceli, facendo il bagno visto che il corso d’acqua era abbastanza carico! Tenetelo presente… nel nostro caso non bagnarsi sarebbe stato impossibile 😉

Ci si ricongiunge poi al percorso fatto durante l’avvicinamento.

Giudizio

Puro divertimento questa cresta, sia in salita sia in discesa 😛

Certo bisogna chiarirsi su ciò che si intende per divertimento: se cercate qualcosa di ingaggiante sulle difficoltà in arrampicata non è l’escursione che fa per voi, come anche se volete stare “comodi” (vedi discesa 😀 )

Se invece volete arrampicare senza paranoie, su roccia bella e via ben protetta, con lo sguardo che spazia su un paesaggio verde, selvaggio, incantevole… allora questa via fa per voi! Peccato sia un po’ discontinua, ma si sa che sul facile spesso è così.

Torneremo in questi luoghi perché sino ad oggi non ci hanno deluso e inoltre li conosciamo ancora pochissimo: fuori dai sentieri battuti, come si suol dire 🙂

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