Spigolo MIR – Torrione del Pertusio – amMIRare la Grignetta

Piani Resinelli (LC) 1.300 m s.l.m. – Torrione del Pertusio 1.557 m s.l.m. – difficoltà max V+ sviluppo via di arrampicata 130 m; esposizione SE

Da tempo ormai non scalavamo più in Grignetta durante i 6 mesi senza innevamento.
Eppure questa montagna è e resta il nostro tempio dell’alpinismo casalingo, la più bella da percorrere per i paesaggi e la più varia come possibilità.

Le vie presenti sulle sue pareti sono sempre impegnative, poco contano i gradi.
L’ambiente è quello di una vera montagna, nonostante la quota relativamente bassa e la poca distanza dalla civiltà.

Per questo l’amiamo, e a intervalli irregolari torniamo a trovarla, per esplorare qualcosa di nuovo e che ancora ci manca all’appello.

Il torrione del Pertusio era in lista d’attesa da tempo ormai.
L’abbiamo ammirato da vicino anni fa (in una bella giornata di marzo avevamo infatti percorso tutta la Cresta Ovest), con la promessa di andarci al più presto.
Inoltre, ce l’avevano consigliato anche diversi amici che ne hanno già percorso le linee principali.

Tra l’altro è abbastanza comodo come avvicinamento, in quanto salendo dal sentiero delle Foppe, risulta meno rognoso da raggiungere di moltissimi altri torrioni di questa montagna.

Insomma, valeva la pena provarci e questo spigolo MIR alla fine l’abbiamo promosso come gita per il divertimento che regala e per il bellissimo paesaggio.
La roccia non è sempre il massimo e in Grignetta su altri itinerari si trova di meglio, eppure la scalata diverte molto e alla fine se ne esce col sorriso! 😉

Per i dettagli più tecnici sull’itinerario vedete il giudizio finale e le fotazze con i commenti!

Avvicinamento

L’avvicinamento più sensato è quello che sfrutta il sentiero delle Foppe: per prenderlo senza fare chilometri a piedi su strada asfaltata bisogna però riuscire a parcheggiare nei pochi posti disponibili lungo Via del Ram – Via Pra Mulina ai Piani Resinelli, dove il suddetto sentiero comincia: all’incirca qui.

Se non c’è posto si può parcheggiare prima lungo Via alla Carlanta (pochi posti anche qui) o se proprio proprio vi butta male al parcheggione dei Piani Resinelli presso il Forno della Grigna che significa però farsi 2 km a piedi lungo la strada.

Il sentiero delle Foppe parte su una mulattiera al cui margine si trovano alcune baite, per poi addentrarsi nel bosco e con una serie di sali scendi arrivare a superare un canalone detritico: da qui c’è un breve tratto attrezzato e poi il sentiero comincia a salire più decisamente, incrociando il bivio per il Sentiero dei Morti (che va ignorato) e su per tornanti rocciosi fino a costeggiare le pareti del Torrione Pertusio. Si sale tenedoselo a sinistra fino a quando si intercetta una traccia che in una decina di metri al massimo porta alle pareti, con fittoni già ben visibili che brillano sulla roccia, in corrispondenza di una evidente spaccatura (45-50 min. circa).

C’è un piccolo spiazzo per cambiare assetto, un evidente cordone in clessidra e guardando a destra rispetto al cordone si legge la scritta MIR, in azzurro.

Descrizione dei tiri

tra le foto trovate lo schema

  1. IV (25m) – Salire nel diedro fino al primo fittone, alzarsi e spostarsi poi a sinistra in un secondo diedro per poi salire più o meno in verticale sfruttando qualche fessura che consente di integrare a friend (fittoni molto distanti).
    Attenzione alla roccia, non sempre affidabile. Ignorare l’evidente catena di calata sulla placca e sostare su due fittoni alla base di un diedro poco più a destra.
  2. IV (18m) – Salire il diedro (anche qui roccia non buonissima e un po’ vegetata).
    Al fittone, piegare in diagonale destra risalendo una larga fessura sotto una parete aggettante. Sostare su pulpito in un punto comodo ma molto esposto al vento.
  3. V+ (40m) – Spostarsi un metro a sinistra della sosta e risalire una placca / diedro dalla quale si esce in breve verso destra.
    Puntare poi ad un fittone un po’ più a sinistra e dopo alcuni facili metri, risalire con passi divertenti una specie di gendarme di spigolo che conduce sotto un evidente tetto.
    Proteggere sul fittone e spaccare a destra con buone mani ma in esposizione, quindi per terreno più facile e un po’ vegetato seguendo 3 vecchi chiodi.
    All’altezza dell’ultimo, traversare a sinistra un paio di metri fino alla sosta.
    Allungare bene le protezioni sui cambi di direzione.
  4. IV+ / 2p V (30m) – Questo è il tiro con la roccia migliore.
    Risalire il diedro a sinistra della sosta, quindi più o meno in verticale fino ad una fessura un po’ più delicata (lungo il tiro, qualche vecchio chiodo, qualche fittone e possibilità di integrare), dalla quale uscire a sinistra. Quindi per rocce più lavorate fino alla sosta.
  5. II (10m) – Eventualmente concatenabile al precedente.
    Salire per rocce e erba alla sinistra della sosta (attenzione a qualche sasso sul terreno).
    Quindi in verticale fino alla sosta finale alla sommità del torrione.

Discesa

Abbassarsi ad una selletta e risalire la cima principale del torrione (camminabile).
Poco prima di un evidente buco nella roccia dritto di fronte, seguire una traccia che scende ripidamente sulla destra in un canalino (attenzione al terreno, soprattutto dopo piogge recenti).
In breve si raggiunge un sentierino su erba che in pochi minuti riporta al sentiero delle Foppe, poco più a monte rispetto all’attacco del torrione.

Giudizio

Si tratta di una bella via nell’insieme, molto godibile, purtroppo con roccia non sempre di alta qualità (bisogna fare spesso attenzione a cosa si prende e su cosa si mettono i piedi, in particolar modo nei primi tiri).

L’arrampicata è varia e divertente, soprattutto sul terzo e quarto tiro che ne rappresentano il cuore e la vista verso il Rosalba, il torrione del Cinquantenario, la torre Cecilia e il lago di Lecco è sempre parecchio accattivante (nuvole permettendo! :D)

Percorrendola, ci si sente sicuramente in un ambiente di montagna: la verticalità si percepisce, le protezioni sono buone ma diradate e l’uso dei friend è caldamente raccomandato (in particolar modo nel primi due tiri che per quanto facili, sono meno protetti rispetto ai successivi).

Fortunatamente la roccia si presta molto bene all’uso dei friend e non mancano certo le fessure (sono utili più o meno tutte le misure piccole e medie, fino al 2 BD massimo).

Le soste sono tutte su coppie di resinati da collegare.

Per quanto riguarda le difficoltà, pur avendo letto molte relazioni che danno il VI grado, non abbiamo trovato alcun passaggio ascrivibile a questa difficoltà e quindi a nostro avviso il V+ è il massimo necessario per percorrerla, purché ovviamente vi sentiate decisamente a vostro agio su questo grado su una via alpinistica (vedi discorso protezioni): è una via del ’73 (Claudio Cima, Pippo Pellegrini i primi salitori) e rimane fedele allo spirito di quei tempi.

Crediamo sia da evitare dopo lunghi periodi di pioggia (forse più per la discesa che per la salita) e i mesi migliori sono certamente le mezze stagioni, autunno raccomandato, più che altro per il caldo che spesso in primavera si sente di più 😉

A nostro avviso è una via che merita di essere ripetuta e che alla fine lascia soddisfazione e divertimento nella scalata, ricordandosi però di muoversi lentamente, verificando bene la roccia ad ogni passo durante l’ascesa.

Sulla Grignetta abbiamo fatto parecchie cose (mai abbastanza!) sia in invernale sia nella stagione estiva visto che per noi è vicina a casa: vi basta cercarla in alto a destra sul blog!
Tra le altre, restando in tema arrampicata easy:
Torre Fungo e Lancia
Lo Spigolo Vallepiana alla Piramide Casati
Lo Spigolo Est al Pilone Centrale
I Magnaghi con la pioggia 🙂
Ago Teresita, Spigolo Ape
Cresta Segantini (versione estiva)

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

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