Sasso Nero da San Giuseppe – Scialpinismo – Valmalenco

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SAN GIUSEPPE (SO) 1520mt – RIFUGIO PALU’ 1947mt – SASSO NERO 2921mt – Scialpinismo – Difficoltà BS – Dislivello complessivo 1560mt – Sviluppo 18.4 km

Altra gita con i nostri prodi eroi Zano e Gallo che stanno apprendendo la nobile arte dello scialpinismo: Zano ex sciatore basic da pista (ma con ultimo tentativo circa 15 anni addietro) e Gallo, splitboarder affermato ma alle primissime armi con i legni nobili.

L’idea iniziale era di andare a San Giuseppe per pellare su e giù dalle piste in modo che loro potessero far pratica, ma si sa che l’appetito vien mangiando e una volta giunti in loco, vista la giornata a dir poco spettacolare, si è deciso immediatamente di alzare l’asticella e di puntare al Sasso Nero.

Gita di un certo impegno fisico considerato lo sviluppo e il dislivello da sostenere ma di grandissimo godimento paesaggistico: difatti dalla vetta si può godere di un paesaggio a 360° a dir poco meraviglioso, con le cime del gruppo del Bernina, del gruppo del Disgrazia e del Pizzo Scalino tutto attorno.

Avvicinamento in auto

Da Sondrio si imbocca la Val Malenco e si supera Chiesa, risalendo fino a San Giuseppe. Entrati in paese si prende la strada sulla destra che conduce al parcheggio degli impianti da sci dove si può abbandonare l’auto (consigliabile arrivare presto nei weekend se si vuole trovare posto).

Descrizione della salita

Si prende la stradina che sale a sinistra degli impianti e la si segue fino alla località I Barchi dove si incontrano le prime baite (1698mt).
Proseguire quindi un pezzettino lungo la pista fino ad incrociare il sentiero in falsopiano nel bosco che taglia verso la località Il Barchetto (1800mt).
Si sale poi sempre per bellissimo bosco fino ad incontrare il Lago Palù e l’omonimo rifugio pochi metri sopra (1947mt).

Qui inizia la parte più impegnativa dell’itinerario che conduce per il sentiero estivo al Bocchel de Torno (2203mt) con una traccia che si fa man mano sempre più ripida, con gli ultimi metri piuttosto impegnativi (sconsigliato ai principianti…il nostro Zano qui troverà non poco filo da torcere).

Superato il passo si incrocia la pista del Sasso Nero che si risale fino al termine degli impianti (2400mt circa). Seguire verso nord/nord-est imboccando alcuni canalini che conducono alla parte finale della gita dove bisogna un po’ districarsi tra diverse cime minori (2800mt circa) puntando in direzione nord/nord-ovest fino a raggiungere la cima vera e propria con qualche sali-scendi a quota 2921mt.

Noi ci siamo fermati su una delle cimette minori a quota 2850mt circa in quanto i nostri prodi dovevano anche affrontare la parte da loro più temuta, ovvero la discesa con gli sci! 😛

Vista dalla nostra anticima. Riascoltandomi ho notato che ho cannato quasi tutti i nomi ma vabbè, abbiate pazienza…ero bello cotto pure io 😛

Discesa

Nel primo tratto si scende per la via di salita con le parti più divertenti che si trovano nei canalini sottostanti alla vetta.
Una volta all’impianto, si può scegliere se tornare al Bocchel de Torno e con ripida discesa fino al Rifugio Palù oppure proseguire fino al termine della pista del Sasso Nero ripellando poi per circa 100-150 metri fino al Passo di Campolungo, sotto la cima Motta.
Noi abbiamo scelto questa seconda possibilità in modo da permettere a Zano e Gallo di scendere buona parte del dislivello sulle piste facendo pratica coi legni.
Giunti agli impianti dell’Alpe Palù, seguire la pista rossa sulla destra del bar (faccia a valle) che riporta fino al parcheggio di San Giuseppe.

Giudizio

Gita di grande soddisfazione dal punto di vista ambientale nonostante alcuni tratti passino vicino alle piste e agli impianti da sci.
La vista sul gruppo del Bernina che si può godere dalla cima ripaga ampiamente lo sforzo.
La discesa non è bellissima se fatta per il nostro percorso, fatta eccezione per il tratto dalla vetta a quota 2400 (a meno che non vi divertiate anche a scendere sulle piste, nel qual caso devo dire che è di soddisfazione anche il resto).
Gita che consiglierei più agli amanti della montagna e agli scialpinisti puri piuttosto che ai fan del freeride e del divertimento fuori pista. Per loro ci sono mete sicuramente più adatte altrove.

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