Piccolo Lagazuoi – Via Cengia Martini: tra storia e roccia super

PASSO FALZAREGO (BL) 2.109 m s.l.m. – CENGIA MARTINI 2.350 m s.l.m. – Via di arrampicata trad – Difficoltà IV, V max – Grado alpinistico D- ; Sviluppo 200 m – Esposizione SUD

Siamo al nostro primo giorno a Cortina e il desiderio è quello di prendere confidenza con la bella dolomia del posto senza però ammazzarci troppo di fatica 😁😅.

L’unica via che avevamo guardato con anticipo era la Comici alla Punta Col de Varda ma oggi non sarebbe stata percorribile a causa della sua esposizione (probabile roccia bagnata) quindi abbiamo dovuto trovare un piano B, scelta che abbiamo affidato all’amico Christian che ben conosce questi luoghi.

Ci ha proposto questa bella via esposta a sud, perfetta perché corta e soprattutto concatenabile con una passeggiata che ci permettesse di guardarci attorno in modo da iniziare a conoscere meglio la zona e le sue montagne.

Inutile dire che la scelta è stata azzeccatissima, sia per l’alta qualità della roccia trovata durante l’arrampicata, sia per la bellezza mozzafiato del paesaggio che si può godere da questa montagna: davvero qualcosa da occhi a cuoricino!! 😍

La via è piuttosto gettonata, un po’ a causa del breve avvicinamento dal Passo Falzarego (circa 20 minuti) un po’ perché si trova proprio accanto ad una falesia in quota, cosa che ovviamente la rende appetibile anche ai climbers che sono lì per scalare su monotiri.

Le protezioni sono minimali (qualche chiodo) ma quasi sempre facilmente integrabili e in ogni caso quest’anno sono apparsi degli spit su alcuni tiri che prima non c’erano, quindi in realtà la via ad oggi risulta parzialmente protetta, cosa che comunque non infastidisce più di tanto.

Avvicinamento

Dal parcheggio a pagamento del Passo Falzarego (o da uno degli spazi liberi prima di esso) si prende l’ampio sentiero che risale per prati in direzione del Passo Lagazuoi risalendo per alcuni zig zag del sentiero fino ad incontrare un ometto su uno dei tornanti in prossimità delle pareti.

Seguire la traccia che conduce alle stesse, puntando ad un evidente pilastro a punta alto circa una sessantina di metri che rappresenta il punto dove sorge la falesia.

Descrizione dei tiri

La via attacca in un diedro circa 2 metri a destra rispetto ad un’insenatura della parete, ancora più a destra rispetto alla falesia e appena a sinistra di una linea a spit un pelo più difficile.
Gli spit si individuano guardando circa 4m a monte rispetto alla base.

L1 IV (40 m) – Salire in una specie di diedrino per circa 4-5 metri fino ad un punto in cui la parete si verticalizza.
Proseguire dritti sfruttando le protezioni veloci nelle fessure oppure piegare in leggera destra su spigolo sfruttando i primi due spit della via accanto.
Quindi – nel caso – tornare a sinistra e poi in verticale per rocce lavorate fino ad una grossa spaccatura/diedro dove si risale la placca grigia appoggiata sulla destra con un passo di fiducia (chiodo arancione a sinistra della spaccatura) fino in sosta.

L2 IV (30m) – In verticale sopra la sosta o leggermente a sinistra, poi si raggiunge la lama sulla destra che va seguita in verticale con alcuni passi non banali fino ad un largo canale che si risale per circa 6-7 metri per poi uscire verso la fine a destra in un punto agevole incontrando la sosta su chiodo + clessidra.

L3 IV (35m) – Seguire un diedro molto aperto sopra la sosta poi obliquare a sinistra su placca lavorata, poi di nuovo a destra in un evidente camino che va risalito e rimontato fino a raggiungere una sorta di terrazza sopra la quale si trova la sosta. Su questo tiro sono presenti degli spit, oltre ai consueti sporadici chiodi.

L4 V (25m) – Salire a destra della sosta in verticale per circa 6-7m sfruttando rocce lavorate.
Poi giunti sotto ad una parete più aggettante piegare decisamente a sinistra (ALLUNGARE TUTTE LE PROTEZIONI!!!) seguendo una specie di rampa diagonale.
Salire poi un risaltino di un paio di metri fino alla base del diedro nero leggermente aggettante ma ben protetto.
Affrontarlo con passi un po’ fisici ma sempre con buone mani (eventualmente è possibile proteggere con un friend medio in fessura a dx).
Quindi al termine delle difficoltà in circa 3-4 metri facili fino in sosta.

L5 III – II (40m) – Per roccette ed erba sopra alla sosta, poi piegare in diagonale destra seguendo un canale con morbide pendenze fino ad uscire sul sentiero dove nei pressi parte la salita della galleria che conduce al Rifugio Lagazuoi. La sosta finale su due spit si trova lungo il sentiero sulla destra, dalla quale è anche possibile allestire le calate. Altrimenti si può sostare sfruttando i cavi del sentiero attrezzato.

Discesa

Dalla Cengia Martini si può imboccare il sentiero sulla destra (faccia a monte) che in breve collega col sentiero della salita che conduce alla Forcella Lagazuoi e poi a ritroso fino al parcheggio.

Se però non siete mai stati da queste parti, il nostro consiglio è di imboccare la bellissima galleria scavata nella roccia (frontale necessaria) che con lunga risalita (circa 1 km di scale) vi condurrà prima alla zona delle trincee austriache e con altri 100 m di dislivello fino al rifugio Lagazuoi, poco sotto la cima.

Ne vale davvero la pena, sia per l’interesse storico sia per l’incredibile paesaggio del quale godrete dalla vetta!

Giudizio

Vietta semplice, breve e su bella roccia che può essere affrontata in poco più di 2 ore.
Proprio per questa ragione il plus è dato dalla possibilità di agganciarci altre attività, tra le quali sicuramente la salita al Lagazuoi è forse la più remunerativa.

In alternativa si può tornare alla base e divertirsi nella sottostante falesia su ottimi tiri ben protetti a spit.
A vostra discrezione.

Diciamo che può essere un buon primo approccio a queste montagne, sia per gustarne la roccia, sia per guardarsi attorno… con ammirazione!

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Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

4 risposte

  1. Matteo

    Vedi Gabriele……lassù ci siamo stati almeno quattro volte in falesia ma non ci ha mai stuzzicato un via lunga….. ora si farà grazie a voi….te lo dicevo che siete bravi a condividere 😉

    Grazie a te e Signora ….

    Ciao .

    Matteo.

    • Gabriele Poggi

      Ciao Matteo,
      se vi capita fatela che la roccia è molto buona e la via è davvero piacevole!
      Ancora più bella però (almeno a mio parere) è la via Comici al Col de Varda, che ti consiglio caldamente se hai voglia di cimentarti in una bella arrampicata trad senza difficoltà estreme.
      La trovi sempre tra i post.
      Buona serata e a presto!!!

  2. Max72

    ‘,uscita è su un sentiero attrezzato, che si chiama appunto Cengia Martini , dal nome del Generale che guidava gli Alpini nella Prima Guerra mondiale, cercando attraverso le gallerie di risalita e appunto la cengia Martini , di sfondare la Linea Austriaca.
    Non si tratta di ferrata.

    Gli spit presenti , a parte una sosta, mi risulta che siano di una via nuova.
    Sulla via originale si trovano solo chiodi vecchi.

    È possibile sostare all’ultimo tiro sul sentierino leggermente a dx , anziché puntare alla cengia Martini, dove si trovano 2 spit.
    Molto molto comodi , da dove si parte poi per la discesa se non si vuole entrare nelle gallerie.

    • Gabriele Poggi

      Ciao Max, grazie per le precisazioni.

      Per quanto riguarda gli spit, ad oggi pare che ne siano stati aggiunti proprio lungo la via, per lo meno nel terzo tiro.
      Difatti noi abbiamo trovato sia quelli sia i vecchi chiodi e la via sportiva a cui fai riferimento tu si trova alcuni metri più a destra e supera un tettino.
      Non sappiamo il perché degli spit, ad ogni modo uno dei nostri amici che aveva già fatto la via ci ha confermato che fino all’anno scorso non c’erano.

      Per la sosta finale, abbiamo integrato la descrizione nell’articolo….ci eravamo dimenticati.
      Noi abbiamo sostato sui cavi del sentiero attrezzato perché la sosta ufficiale era impegnata dai nostri due amici, altrimenti saremmo approdati anche noi lì.

      Grazie e buona giornata!

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