passeggiata all’Eremo di San Bartolomeo, un gioiello lungo il Sentiero dello Spirito

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CARAMANICO TERME, FR. DECONTRA – EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO, ROCCAMORICE – disliv. compl. 250 m circa

Facciamo tappa a Caramanico Terme, un grazioso paesino limitrofo alla Riserva Naturale della Valle dell’Orfento. In questa sorta di canyon tenteremo un’escursione di primo mattino… fatal error!

I sentiero che sale verso le pendici della Majella dal centro abitato, a bordo fiume, a quest’ora è umidissimo e letteralmente infestato da tafani e zanzare che non ci lasceranno tregua; vedremo anche dei ragni di notevoli dimensioni, che durante la notte avevano tessuto le loro gigantesche tele da un punto all’altro del camminamento, ma non rinunceremo per la loro presenza, bensì per le punture delle altre sopramenzionate bestiole.

(nota: per tutte le gite nella Valle dell’Ofrento è necessario registrarsi presso i vari centri di accoglienza, gratuitamente)

Abbandonati i tafani delle gole dell’Orfento al loro destino cambiamo radicalmente meta per dedicarci a qualcosa di più… culturale 🙂 : l’eremo di San Bartolomeo in Legio, sito in comune di Roccamorice e raggiungibile dalla località Decontra, limitrofa a Caramanico Terme.

In questa zona vi sono diversi eremi celestiniani, di cui pare che il più bello sia quello di San Giovanni nelle gole dell’Orfento, totalmente scavato nella roccia, che richiede almeno 3 ore per essere raggiunto (tempo che a questo punto noi non abbiamo più!). Tutti questi eremi, situati in luoghi più o meno inaccessibili ed impervi, vennero ricostruiti su tracce o resti di strutture più antiche grazie alla volontà di Pietro da Morrone (il futuro 192° Papa Celestino V) nel XIII secolo; Celestino, infatti, manifestò da sempre una predisposizione per l’ascetismo e l’eremitaggio, personaggio insolito e storicamente interessante, fu il primo ad “abdicare” dalla carica di Papa.

L’escursione è adatta a tutti, anzi auspicabile se vi trovate da queste parti, perchè l’eremo è davvero molto bello e raggiungerlo, facendo anche l’anello della Val Giumentina, richiede poche ore: l’unico problema è il caldo! A parte alcuni tratti la sterrata attraverso cui si snoda non è protetta dal bosco, dunque si cammina sotto il sole…

Lasciata l’auto in località Decontra, in uno spiazzo sterrato, si individuano i cartelli che non menzionano l’eremo, bensì genericamente l’anello della Val Giumentina: noi abbiamo preso subito verso destra (è il senso di marcia più veloce per l’eremo), lungo la strada sterrata, seguendo via via le indicazioni che solo verso la fine menzionano l’eremo di San Bartolomeo. Si attraversano boschetti e per la maggior parte campi coltivati, con saliscendi sempre molto dolci e non faticosi. Sulla cima di una collina, da qualsiasi parte si percorra l’anello, si trova il segnavia che segnala l’eremo (per noi sulla destra), si attraversa un campo e si scende in una valle stretta e rocciosa, un solco tra i declivi che si nota solo alla fine, da cui subito si individua sull’altro versante la costruzione, semi mimetizzata nelle rocce, dell’eremo. La discesa e la risalita sono abbastanza ripide, ma assolutamente fattibili senza attrezzatura specifica (magari evitate le infradito, ecco!).

Nella valle è presente una fonte, la cui acqua si dice miracolosa, ed i campi sono costellati di cardi azzurri (Eryngium Alpinum), che sulle alpi sono piuttosto rari (sono bellissimi, vedere foto!)

Effettivamente l’eremo è in una posizione fantastica, all’ombra della parete rocciosa, e al suo interno nelle piccole stanzette si gode di una frescura molto piacevole vista l’arsura del sentiero che vi conduce.

Per questa escursione NON è necessaria la registrazione presso il centro di accoglienza sopramenzionato.

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