gemelli diversi: cima del Monte Amaro dal Rifugio Pomilio, dal Gran Sasso alla Majella

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RIFUGIO POMILIO, LOC. MAJELLETTA 1.888 mslm. – MONTE AMARO 2.793 mslm – disliv. compl. circa 1.200 m – sviluppo 26 Km – trekking

Dal Gran Sasso alla Majella, per conoscere l’altro imponente rilievo montuoso del Centro Italia. Entrambi rilievi solitari, entrambe calamite per il maltempo, ma diversi nel carattere e nell’orografia: se il primo è piccolo e puntuto, la seconda è ampia e distesa, il Gran Sasso concentrato di roccia da scalare, la Majella creste di nulla da camminare.

Arriviamo al Rifugio Pomilio in macchina, con una comoda strada asfaltata, e ovviamente ci troviamo un’umanità che non ha niente a che vedere con l’alpinismo: coppiette in gita e bambini urlanti perlopiù, in un luogo che sarebbe anche poetico se non si trovasse nel bel mezzo di un’infilata di antenne e ripetitori quasi claustrofobico. E’ un albergo più che un rifugio e prima dell’alba saremo già pronti a partire, visto che – ancora una volta – è previsto maltempo per l’ora di pranzo.

Sappiamo che dobbiamo essere veloci, e così sarà: per percorrere il sentiero che conduce al Monte Amaro impiegheremo 3 h e 20″ all’andata e 2 h e 50″ al ritorno, non dico di corsa ma quasi, per battere sul tempo le nubi che sappiamo ormai si addenseranno sulle cime a partire da mezzogiorno (il segnavia CAI propone 5 h per la sola salita).

Si parte di buon passo sulla strada asfaltata che conduce al Blockhaus, attualmente interdetta alle auto, per poi prendere il sentiero che dopo qualche saliscendi conduce ad una prima salita tra i mughi. Da qui si sale fino al Bivacco Fusco e alla Cima del Monte Focalone (sono presenti 2 fonti, poi più nulla) in un paesaggio che diventa via via più lunare: nessuna vegetazione, solo detriti e pietre a disegnare il sentiero che passa attraverso i cosi detti Tre Portoni, tre passi con sali scendi marcati dai quali si gode una vista splendida sui valloni della Majella, tra cui la Valle dell’Orfento. Anche qui avremo la fortuna di intercettare qualche camoscio.

Non c’è alcun riparo lungo il sentiero, nulla di vagamente verticale: da lontano si riesce già a scorgere il Bivacco Pelino, una cupola geodetica di metallo dipinto di rosso che rende il paesaggio ancora più surreale. Quando ci arriveremo incontreremo pochi altri escursionisti, arrivati per altre vie; l’interno del bivacco è più che spartano, nei pressi non c’è nessuna fonte… si fa fatica a pensare di poter fermarsi qui, anche se questo è il bello di questo posto.

Infatti avremmo voluto fare una traversata qui in Majella, proprio perchè questo luogo solitario ben si presta alle lunghe camminate, ma purtroppo il meteo non era dalla nostra parte. E dunque… il tempo di qualche foto e torniamo sui nostri passi, verso il Pomilio e il pranzo che ci aspetta 😀

Le foto sono bellissime, ma non rendono giustizia dell’immensità e alla desolazione (in senso positivo) di questi luoghi.

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