PIANI DELL’AVARO (BG) 1.700 m s.l.m. – MONTE SALMURANO 2.269 m s.l.m. – MONTE VALLETTO 2.371 m s.l.m. – Hiking / Alpinismo – Difficoltà F+ – Dislivello 750 m circa – Sviluppo 8,2 km – Esposizione prevalente SUD
Dopo un weekend lungo passato interamente a scalare, avevamo voglia di fare una bella passeggiata tenendo anche conto del rialzo termico e delle previsioni che davano cielo totalmente terso.
Proprio ieri siamo finalmente riusciti ad acquistare il bellissimo libro di Maurizio Agazzi e Yuri Parimbelli “Lo scrigno delle alpi Orobie”, libro che ha avuto una lunga gestazione e che finalmente Maurizio è riuscito a commercializzare in questo 2025.
Si tratta di un libro irrinunciabile per gli amanti delle Orobie, che racchiude il racconto di ben 84 itinerari di varia natura (alpinismo estivo, invernale e scialpinismo), con percorsi particolari, saliti negli anni dall’unica persona ad aver raggiunto tutte le 528 vette delle Orobie sopra i 2.000 m!
E così abbiamo scelto di salire proprio una vetta orobica, scegliendone una che ancora ci mancasse all’appello e che potesse offrirci una vista super panoramica, un dislivello non eccessivo e un po’ di divertimento con ramponi e picca.
Il Monte Valletto ha tutte queste caratteristiche perché si trova sullo spartiacque tra la Val Brembana e la Val Gerola, traversa della Valtellina, offrendo quindi un panorama molto vasto tutto attorno. E’ raggiungibile con poco dislivello partendo dai Piani dell’Avaro e presenta una divertente cresta esposta e con qualche passetto “arrampicabile” per raggiungerne la vetta.
In estate il percorso è considerato EE, ma in inverno la cresta è qualificabile come alpinistica e richiede l’uso dei ramponi oltre che di una picca – sicuramente consigliabile per procedere in sicurezza.
Lungo il percorso, si raggiunge anche il Monte Salmurano che avevamo già salito in passato in scialpinismo e volendo si possono concatenare anche il Monte Triomen e il Monte Avaro con poche variazioni di tragitto.
Avvicinamento automobilistico
Da Dalmine, imboccare la strada per la Val Brembana e risalirla fino al paese di Olmo al Brembo dove si trova la deviazione verso la valle di Averara, Santa Brigida e Cusio.
Superare i paesi citati e acquistare dalla colonnina automatica lungo la strada il ticket (3€ per tutto il giorno in questo 2025) che consente di raggiungere i Piani dell’Avaro dove si può parcheggiare in uno degli spazi adibiti.
Descrizione dell’itinerario
Dal parcheggio, proseguire lungo la strada fino ad incontrare la deviazione sulla sinistra per il sentiero 109A che sarà il punto di riferimento per tutta la prima parte.
Ad una prima biforcazione della strada seguire a sinistra (109A) per il passo di Salmurano e dopo un centinaio di metri abbandonare la strada e iniziare a salire in modo più deciso a destra lungo il sentiero.
Si entra in una valletta con un piccolo torrente alla propria destra fino a raggiungere il colletto del Monte Avaro (2.073 m). Qui si trova un bivio e bisogna scendere leggermente in direzione nord-ovest abbassandosi di una cinquantina di metri fino a trovare una traccia che rimane più in costa alla montagna senza arrivare nel pianoro sottostante.
D’inverno questa traccia non è molto evidente e volendo si può anche scendere (come abbiamo fatto noi) e poi dalla valletta risalire fino a raggiungere il sentiero in costa (salire verso nord est) su labile traccia.

Se decideste di scendere fino alla valletta, la cosa importante è che non bisogna prendere il sentiero a mezzacosta che va verso ovest perché quello porterebbe al Passo di Salmurano che è fuori strada (vedere mappa nelle foto).
Dopo una breve salita, si raggiunge una conca sotto la cima del Salmurano. Qui il sentiero fa un arco da sinistra verso destra, seguendo i pendii più dolci. Noi invece siamo saliti dritti per dritti su prati e neve (ma sconsigliamo di farlo perché può essere pericoloso) raggiungendo il cartello di legno che indica la vetta.
Qui abbiamo inforcato i ramponi, vista la neve più costante (valutate in base alle condizioni).
Bisogna seguire la cresta in direzione est dove dritto di fronte è evidente il profilo roccioso del Monte Valletto.
Dal Salmurano in avanti non abbiamo più trovato tracce di passaggio, per cui abbiamo seguito la cresta tracciando su neve fresca e cercando i passaggi più logici.
Si affrontano un paio di sali-scendi, il secondo più antipatico e verticale, per poi procedere per terreno più semplice fino ad un primo blocco roccioso che si aggira sul versante nord stando vicini alla roccia (vedere foto per dettaglio).
Terminato il risalto, si riguadagna verticalmente la cresta e si continua a seguirla con salita meno ripida attaccando la parte finale che conduce verso la vetta del Valletto.
Si arriva ad una piccola conca e si segue il pendio alla sua destra per poi attraversare nel punto meno verticale verso sinistra (passaggio un po’ esposto) fino ad un ometto.
Si gira quindi sul versante nord e lo si segue nei punti di maggiore debolezza tra rocce e neve (attenzione!!) fino al terrazzo di vetta, con piccola croce rossa e gigantesco ometto.
Discesa
Come per il sentiero di andata, mettendo particolare attenzione nella discesa della prima parte.
Una volta tornati al Colletto del Monte Avaro, per chi volesse aggiungere un po’ di dislivello è possibile seguire il sentiero che porta sulla vetta del Triomen.
Giudizio
Bellissima cima che offre visuali mozzafiato a 360° sull’arco alpino se affrontata in una giornata di cielo terso come è capitato a noi. La parte di cresta in inverno risulta divertente e aggiunge un minimo di pepe all’ascesa, che sicuramente non guasta in una passeggiata così breve.
Grazie al libro di Maurizio Agazzi, abbiamo scoperto che esiste anche la possibilità di salire per lo spigolo nord con difficoltà attorno al III grado, idea che ci teniamo per il disgelo e che sicuramente risulterà divertente.
Ovviamente in inverno questa cima ha senso percorrerla a piedi solo in condizioni di innevamento minimo, come sta accadendo in questo 2025.
Per salire con gli sci è decisamente più consigliabile il Salmurano o il Ponteranica Centrale o Orientale, tutte fattibili da Pescegallo, sul versante nord orobico.
In estate e senza neve, la cima risulta più semplice e come già detto, viene categorizzata come EE. Richiede sicuramente attenzione, ma nessun ingaggio alpinistico.
Molto consigliata per la bellezza che è possibile godere da lassù; davvero un terrazzo panoramico eccezionale!!
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.


























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