Dal Monte di Lenno al Crocione: giro delle creste vista laghi

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Rifugio Boffalora, Ossuccio (CO) 1.589 m s.l.m. – Monte di Lenno 1.588 m s.l.m. – Monte Galbiga 1.691 m s.l.m. – Monte Crocione 1.641 m s.l.m. – trekking, percorso di cresta facile : sviluppo 16 km circa, dislivello 900 m circa

Questo giro, una cavalcata di cresta che tocca quattro cime senza alcuna difficoltà alpinistica, ti fa stare con la testa tra le nuvole ammirando… distese d’acqua! Sotto di noi, infatti, sono ben visibili sia il Lago di Lugano sia i due rami del Lago di Como.

Ci troviamo sul confine Italo-Svizzero, ancora in provincia di Como, sulla dorsale che si stacca dalla Valle Intelvi e che termina proprio con il Monte Crocione, sopra Menaggio. Eh… ce l’aspettavamo panoramica questa gita, ma non così tanto!

Oltre tutto il periodo è perfetto, perchè i boschi ricchi di faggi e castagni in autunno regalano colori spettacolari: l’escursione può essere declinata anche in maniera più soft di come l’abbiamo fatta noi (seguendo il nostro percorso di rientro, magari concentrandosi su una sola cima invece che su quattro), e sono presenti punti di appoggio, per chi volesse venire con “non-camminatori” o bimbi.

Di seguito vi raccontiamo la nostra versione, adatta a chi ha un minimo di allenamento ma di sicura soddisfazione… anche perchè – pure noi – non è che siamo proprio “duri e puri”: al Rifugio Venini per mangiare ci siamo fermati eccome ;D

Avvicinamento automobilistico

Ragazzi… non ci crederete ma l’ultimo tratto di strada che risale da Pigra al Rifugio Boffalora, dove si parcheggia, in questa stagione vale quasi da solo il prezzo del biglietto (no, non ci sono pedaggi da pagare 😛 ) Si stratta di una stretta strada asfaltata che attraversa il bosco, e che bosco, davvero un incanto di luci e colori.

Come sottolineato, la strada che si stacca da San Fedele Intelvi a risalire è stretta: soprattutto negli abitati bisogna mettersi il cuore in pace e affrontare, se è il caso, retro e manovre nei punti di imbuto.

Al Rifugio Boffalora sono disponibili diverse zone dove si può parcheggiare.

Percorso

Dal Rifugio Boffalora si sale dapprima su strada poi per prati sino all’Alpe Ossuccio, superata la quale si giunge al Monte di Lenno – 1.588 m. La strada sterrata passa proprio sotto di noi, ma ovviamente non tocca le cime: noi la percorreremo al ritorno.

Dal Monte di Lenno si scende in cresta, fino alla sottostante Alpe di Lenno, con il suo bacino d’acqua. Sempre seguendo la cresta e lasciando perdere la strada si risale fino al Monte Galbiga – 1.691 m, sul quale è attrezzata una vera e propria cappella a cielo aperto, con tanto di altare e ovviamente l’immancabile croce. Da una parte si vedono il Lago di Lugano e Porlezza, dall’altra Bellagio che divide i due rami del Lago di Como.

Si scende poi in cresta raggiungendo il piccolo Osservatorio Astronomico e subito dopo il Rifugio Venini: c’era già odore di polenta e pizzoccheri al nostro passaggio, ma abbiamo stoicamente resistito!

Seguendo la cresta o la limitrofa strada (in questo punto sono molto vicine) si percorre la Linea Cadorna, con i suoi avamposti semi-ipogei: anzi bisogna fare attenzione a non caderci dentro per sbaglio se si segue la cresta, mentre dalla strada si possono visitare le postazioni difensive (ma quello lo faremo al ritorno).

Quando strada e cresta divergono si prende la cresta, raggiungendo la cimetta dove si trova la statua della Madonna degli Alpini, poi, con un po’ di saliscendi, si arriva fino all’Alpe di Tremezzo e infine, con un’ultima salita, fino al Monte Crocione – 1.641 m, un vero e proprio balcone panoramico sul Lago di Como.

Discesa

Per scendere abbiamo optato per un taglio diagonale veloce giù per i prati a S/E del Crocione, lato Lago di Como, fino a raggiungere la strada sterrata ben visibile sin dalla cima, all’altezza di alcuni alberi isolati: insomma… dritto per dritto!

Una volta presa la strada si resta in costa e si cammina velocemente, raggiungendo l’Alpe di Mezzegra dopo la quale si cambia versante, e di nuovo il Rifugio Venini.
DOVE ERANO ORMAI FINITI I PIZZOCCHERIIIIIIIIII 🙁 🙁 🙁 ma ci siamo accontentati del resto…

La strada sterrata ci riporterà poi, appesantiti e felici, fino alla nostra auto 😀

Una alternativa per il rientro, che però aggiunge un bel po’ di dislivello in salita e discesa, ampliando l’anello, è quella che passa per il Monastero di San Benedetto in Val Perlana – non sperimentata!

Giudizio

Bello bello bello, probabilmente assai più godibile in questa stagione che non in estate (troppo caldo, paesaggio un po’ più piatto, troppa gente?)

L’unica pecca è che la strada sterrata è sempre vicina, quindi si sente il passaggio di moto, bike, auto… molto esiguo a novembre, a dire il vero: non ci ha minimamente disturbato.

Per il resto, l’autunno rende gioielli i boschi che in parte si attraversano e in parte si lambiscono o si vedono dall’alto, con i colori caldi – quasi psichedelici – delle betulle, dei faggi, dei castagni. Il contrasto con la linea dell’imbiancamento delle prime spolverate di neve è …eccezionale. Così come è eccezionale avere in vista i grandi laghi con i loro specchi azzurri, in questo periodo senza alcuna foschia dovuta al troppo caldo. Si sentono le sirene dei traghetti!

Il giro che abbiamo fatto noi ripaga della fatica: che poi… fatica! Il più è la lunghezza, ma il percorso, anche così, non presenta alcuna difficoltà e dove ti giri ti giri è tutto WOW.

Infatti con le foto abbiamo un pochino esagerato 😉 ma sceglierle è stato difficilissimo: speriamo vi diano una sbiadita idea di cotanta tanta bellezza!

N.d.r: qui tra le foto troverete anche il percorso, ma la traccia gpx non è scaricabile dal sito, se la volete chiedetecela e ve la manderemo!

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