Cima d’Ambiez – Via Normale

RISTORO DOLOMITI – San Lorenzo in Banale (TN) 850 mt – RIFUGIO AL CACCIATORE 1.821 mt – RIFUGIO AGOSTINI 2.410 mt – CIMA D’AMBIEZ 3102 mt – disl. positivo 2.250 mt – sviluppo 15 km – alpinismo – arrampicata – via lunga

Prima gita veramente alpinistica di questa vacanza dolomitica… e anche -quasi- ultima, a causa di una frattura al mignolo che Gabri si è procurato in discesa (cadendo da fermo!) e che ci farà escludere per l’immediato futuro ogni tipo di scalata 🙁 sigh…

Partiamo alla volta della Cima d’Ambiez, con l’intenzione di conquistarne la vetta dalla via normale: siamo in tre, e uno di noi non scala da troppo tempo per osare qualcosa di più impegnativo.

Il Ristoro Dolomiti, a fondo valle dove si trova il parcheggio, è collegato con il Rifugio Al Cacciatore da un comodo servizio di taxi jeep, che volendo consente di evitare qualche chilometro di sentiero e mille metri di dislivello… potevamo essere così pigri da approfittarne, nonostante gli zaini carichi di tutta l’attrezzatura?! Ovviamente no, quindi all’andata raggiungeremo il Rifugio Agostini dal fondovalle a piedi, in tre comode ore di marcia (il sentiero della prima parte è più panoramico -si veda la nostra passeggiata primaverile in cui per la prima volta abbiamo buttato l’occhio in questa valle- ma la carrabile decisamente più veloce).

Non ci faremo mancare un lauto pranzo e nelle ore che ci separano dall’imbrunire proveremo a cercare la Via Anna sulla Torre d’Ambiez, per scaldarci sul suo primo tiro: inutile dire che non troveremo l’attacco ufficiale, ma scaleremo comunque una lunghezza di circa 50 metri su una via “ad cazzum” lungo la torre, su roccia ottima che ci fa ben sperare per l’indomani.
Il giochino tuttavia ci costerà un friend, che rimarrà incastrato a imperitura memoria in una fessura della roccia, nonostante i ripetuti vani tentativi per disincagliarlo!

Il Rifugio Agostini, affollato oltre misura, ci regalerà una buonissima cena (alcuni tra i piatti migliori gustati in un rifugio d’alta quota) e un tramonto superbo: è collocato in una posizione più che felice, in un anfiteatro naturale di guglie e cime che si colorano di rosa e giallo al calar del sole, mentre verso sud-est il paesaggio si apre verso la bellissima Valle d’Ambiez.

Il mattino dopo si parte di buona lena per l’obiettivo dell’escursione: la via è lunga, anche se facile, e noi siamo in tre, cosa che diluisce ulteriormente i tempi sia in ascesa sia in calata.
Guadagneremo la cima per mezzogiorno, senza difficoltà nel trovare la via di salita, in una giornata che per essere in Dolomiti potrebbe definirsi SUPER: nessuna nuvola in cielo, una vista a 360 gradi che dalla cima d’Ambiez spazia fino al XII Apostoli, poco più di un puntino, la Vedretta d’Agola, la Vedretta d’Ambiez e lì, a qualche centinaio di metri in linea d’aria, verso la Cima Tosa di poco più alta, sul cui piattone passeggiano altri escursionisti, piccini piccini.

La discesa si effettua in parte disarrampicando, in parte in corda doppia: poche settimane fa le guide hanno tra l’altro riattrezzato tutte le soste, che si presentano nuove fiammanti esattamente dove servono! Ciò non impedirà la famosa frattura del mignolo, che renderà le ultime lunghezze della discesa un po’ più complicate.

Al ritorno, risistemata l’attrezzatura e riassemblati gli zaini all’Agostini, scenderemo a piedi fino al Cacciatore dove molto saggiamente, vista anche la presenza di un semi-infortunato, approfitteremo del servizio di taxi jeep di cui sopra. (info@taximargonari.com – 333.5909327: 10 € a persona)

Che dire: ascesa ME-RA-VI-GLIO-SA. la fama della Val d’Ambiez come roccia migliore delle Dolomiti non è affatto ingiustificata, tant’è che sulle vie più impegnative del paretone est si sono succedute parecchie cordate, che hanno poi colmato il dislivello mancante per la cima tramite la via normale dove ci siamo incontrati.

Avvicinamento

Dal Rifugio Agostini percorrere la traccia che attraversa il ghiaione sulla sinistra (faccia a monte) e che conduce alla bocca d’Ambiez: all’altezza del primo salto roccioso si incontrano alcune corde fisse, che in pochi minuti permettono di raggiungere l’evidente cengia alla base della parete est. Qui partono una serie di belle vie d’arrampicata, segnalate e visibili alla base.
Per l’attacco della Via Normale si deve percorrere camminando tutta la cengia, approssimandosi al canale che divide la Cima d’Ambiez dai Denti d’Ambiez: al suo termine per facili roccette si incontra la prima sosta.

Descrizione della via

Il primo tratto è composto da roccette, fino ad arrivare ad un camino e ad una breve placca (III), che conducono alla bocchetta: ci si trova così tra la Cima d’Ambiez e i denti d’Ambiez, dove si deve passare sul versante opposto.

Dopo alcune roccette si sale sulla prima cengia, dalla quale si sale tenedosi a sinistra per roccette (II-III), sino a raggiungere la seconda cengia: in generale sulle cengie sono sempre presenti ometti che aiutano a stabilire la direzione verso la quale spostarsi e, sempre in generale, all’attacco del tiro successivo è sempre presente una sosta attrezzata con cordini, o, dopo l’intervento delle guide, una sosta con catena, come in questo caso.

La seconda cengia va percorsa spostandosi verso destra, sino alla sosta, dalla quale parte un bel muretto di III con traversino esposto, che conduce infine alla terza cengia. Da qui parte un lungo canale (II-roccette) attrezzato con più soste, che va risalito fino al termine (ultime lunghezze piuttosto sfasciumose).

Al termine del camino si incontra una quarta cengia, sulla quale ci si sposta verso destra sino allo spigolo Sud della Cima d’Ambiez, che prevede una lunga e facile salita per roccette (a tratti instabili) sino alla cima.

Il libro di vetta si trova sotto le rocce dell’ometto più grande, ne esiste uno più datato custodito in una scatola di latta ed uno più recente, racchiuso all’interno di un comodo tupperware! 🙂

Discesa

Dalla via di salita, disarrampicando e/o utilizzando le molte soste presenti per le calate, a piacere.

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