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31 Ago 2017

Adamello – Anello Mandrone Matarot

di Gabriele Poggi | | 0
Da qui si parte e qui si ritorna, la piana della Malga Bedole, regno incontrastato delle muuuucche
e questo, poche decine di metri più a monte, è il Rifugio Bedole, dove si dividono i sentieri per il Mandrone, da una parte e in direzione Matarot, dall'altra
saliamo di buon passo stamattina: qui abbiamo già superato il bosco e i 2000 metri, come si evince dalla vegetazione
la bellezza della Val Genova alta, a sinistra le cascate del Matarot
in vista del Rifugio Città di Trento, detto anche Rifugio Mandron
poveri resti: sia delle cose umane sia del ghiacciaio, che già intravediamo in pessima forma
il Rifugio Mandrone nella sua cornice naturale
il ghiacciaio dell'Adamello: abbiamo già deciso che andremo lì... altrimenti picca e ramponi cosa ce li siamo portati a fare?!
pausa colazione e si riparte
i laghi del Mandron: pezzi di cielo intrappolati tra le rocce
i laghi del Mandron: pezzi di cielo intrappolati tra le rocce
il letto del torrente ai piedi delle Cascate del Mandron, dalla foto non rende, ma è argento puro
ci approssimiamo al ghiacciaio e al momento di legarci in cordata
il punto in cui il ghiaccio finisce e comincia la roccia: purtroppo sempre più vicino
è quasi giunto il tempo di metter via le bacchette e sfoderare la picca
lo scioglimento dei ghiacci: sabbia, pietra, detriti e acqua
pausa contemplativa di fronte al ghiacciaio dell'Adamello
pronti per la traversata del ghiacciaio? picca, ramponi, corda...
e si va! di neve non ve n'è traccia, i crepacci sono aperti ed evidenti
si procede in questo mare di ghiaccio, cercando la strada migliore per superare i crepacci
Erica felice come una pasqua chiude la cordata
i colori qui sono magnifici, intensi, totali
crepacci sul ghiacciaio dell'Adamello
evviva! il ghiacciaio non è in ottime condizioni, ma almeno i crepacci si vedono e possiamo avanzare tranquilli
seraccatina ina ina del punto del cambio di pendenza
seraccatina ina ina del punto del cambio di pendenza
per superare la seraccata decidiamo di passare sulla roccia... anche se togliersi addirittura i ramponi forse è stato un po' prematuro!
per superare la seraccata decidiamo di passare sulla roccia... anche se togliersi addirittura i ramponi forse è stato un po' prematuro!
qui non si passa! aggiriamo l'ostacolo
Gabriele poco contento di essere sul ghiacciaio dell'Adamello
tutto il ghiacciaio è solcato da crepacci, come se fosse stato graffiato da una tigre impazzita
in questo punto i due lembi di ghiacciaio non sono più connessi (sigh!): bisogna procedere sulla crestina di rocce e sfasciumi che li divide
individuiamo un punto per reimmetterci di nuovo sul ghiacciaio, più a monte
siamo ora sul ghiacciaio di fronte ai Caduti dell'Adamello: abbiamo camminato a lungo sulle rocce per evitare una parte particolarmente crepacciata, visto anche il sole a picco!
ultimo tratto di ghiacciaio (messo malissimo) per raggiungere il Passo della Lobbia Alta. La parete sotto il Rifugio Caduti dell'Adamello scarica, e non ci sembrava il caso di passarci sotto!
Zano e i reperti bellici della Prima Guerra Mondiale: amore a prima vista, ma... meglio non toccare!
la ritirata del ghiacciaio porta alla luce reperti di ogni tipo: scherziamo ma stiamo alla larga, che non si sa mai
siamo ormai al Passo della Lobbia Alta, a pochi metri dal Rifugio
in vista dei Caduti dell'Adamello
eccoci arrivati ai Caduti dell'Adamello, solo un filo in ritardo per il pranzo
il ghiacciaio: da qui si capisce bene quanto si è ritirato, e non è cosa allegra
la campana del Rifugio Caduti dell'Adamello, familiarmente detto Rifugio della Lobbia
olè! brindisi meritato e pappa (super) che poi ci aspetta la discesa dal Matarot
sarebbe bello tornare nei prossimi anni e trovare il Pian di Neve in condizioni migliori
uno sguardo dal Passo della Lobbia Alta
roccia e rocce: una scolpita e levigata dall'uomo, l'altra dai ghiacci perenni. La foto è fatta dall'altare dove celebrò messa Giovanni Paolo II
comincia la discesa: in lontananza il piccolo laghetto glaciale solo qualche anno fa lambito dal ghiacciaio
discesa dal Passo Lobbia Alta: l'abbiamo già detto che i colori qui sono meravigliosi?!
pozze di acqua di fusione rispecchiano i colori del cielo
i fiori batuffolosi!!!! la sorpresa di una bambina di 40 anni
facciamo i seri: questo strano fiore batuffoloso è l'eriforo, o Pennacchio di Scheuchzer o -più carino- Piumino
la parte ferrata di scentiero scende proprio accanto alle incredibili cascate del Matarot, belle piene essendo pomeriggio
più si scende più diventa evidente la maestosità di queste cascate: noi ci interroghiamo sull'ipotesi che siano o meno scalabili in invernale (malati!)
ci proviamo sempre a fare questa foto, sapendo che non renderà giustizia allo spettacolo delle cascate
eccoci tornati alla mucca-zone, dunque all'auto ed al termine di questa intensa giornata
il percorso: 18 km per oltre 1700 mt di dislivello
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