Grotta di ghiaccio al Ghiacciaio dei Forni con l’SGL: 50 sfumature di blu

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GHIACCIAIO DEI FORNI, SANTA CATERINA VALFURVA (SO) – 2.600-3.670 m s.l.m

Sparisce il ghiaccio, si sgretolano le montagne.
È l’acqua allo stato solido che tiene ferme le pareti di roccia. Se si scioglie, noi perdiamo qualcosa.”
cit. R. Messner

Cosa si prova a trovarsi all’interno di una cattedrale magnifica, scolpita nel ghiaccio dall’acqua e dal vento, che a breve (forse qualche stagione, forse tra qualche mese) non ci sarà più?

E’ un luogo magico, proprio perché effimero, perché ha una vita brevissima e pochi potranno esserne testimoni: essere qui oggi è un privilegio, e queste immagini, come anche il bel filmato prodotto e montato da Paolo Gallo e Chiara Marveggio (QUI il link, che potrete trovare anche visitando la Pagina Facebook dell’SGL – Servizio Glaciologico Lombardo), non sono che un riflesso della meraviglia che suscita poter camminare, o meglio gattonare, dentro questo gioiello turchino.

L’accesso non è dei più semplici, come per molte cose belle bisogna chinarsi, abbassarsi, diventare piccoli. All’interno la temperatura crolla di parecchi gradi: già solo il fatto di essere qui in tanti, ognuno con il proprio sudore, respiro, e una diversa temperatura corporea, fa supporre che il microlima della grotta possa cambiare, motivo per cui queste sortite sono da considerarsi piuttosto rischiose (e non ce ne sarebbe stato modo se non grazie alla presenza degli operatori dell’SGL).

Peraltro la scoperta di questa grotta, dovuta a Giuseppe Cola, si deve purtroppo all’agonia del Ghiacciao dei Forni, il fu più esteso ghiacciaio vallivo delle Alpi italiane, sotto costante monitoraggio del Servizio Glaciolocigo Lombardo che per il 2018, nel periodo compreso tra il 7 luglio e il 23 settembre, è in grado di fornire i seguenti dati, tragici ahinoi:

– 345 cm persi sulla palina posta a quota 2681 m slm
– 290 cm persi sulla palina posta a quota 2870 m slm

La fronte orientale dei Forni si è staccata dalla fronte centrale tra il 2015 e il 2016, più di due anni fa, e questa non è certo una buona notizia.

Per quanto riguarda la grotta, essa attualmente è lunga un centinaio di metri e le stanze al suo interno arrivano a larghezze di 40-60 metri, con altezze variabili; tuttavia sarà l’inverno e ancor di più la prossima estate a modificarla fino, forse, a farla collassare e lentamente scomparire.

Questo il video 360° (se lo guardate da un pc fisso muovetevi al suo interno con il mouse, mentre se usate uno smartphone dovete semplicemente muovere quello mentre guardate 😀 )

 

Nonostante come avete potuto vedere sia magnifica, non è la sua scomparsa che dovrebbe preoccupare, bensì le condizioni sempre più drammatiche del ghiacciaio, alle quali purtroppo l’attenzione mediatica di questi ultimi giorni ha dato ben poca rilevanza.

Si ringraziano i volontari e gli amici dell’SGL per l’esperienza e per i preziosi materiali forniti, ma soprattutto per il lavoro che quotidianamente svolgono, in forma volontaria e no-profit appunto, volto alla ricerca e al monitoraggio in ambito glaciale alpino e conseguente divulgazione dei risultati.

Per conoscerne tutte le attività, ed anche per contribuire al loro lavoro, rimandiamo al sito: www.servizioglaciologicolombardo.it

Si ringrazia Chiara per alcune delle foto (indubbiamente le più belle!) della gallery che vedrete sotto.

E dulcis in fundo si ringraziano i bravissimi Renato Cecchetto e Vincenzo Gardani, rispettivamente voce narrante e musiche originali del video 360°, la cui professionalità e generosità hanno reso possibile la produzione di questo gioiellino!

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  1. pierluigi

    Restare al di sotto di una cupola di ghiaccio in fase di liquefazione è, di per sè, una dimostrazione di grande interesse per la natura, in particolare per una natura che sembra destinata a scomparire in tempi non definibili.
    E’ un pò come attraversare un laghetto ghiacciato senza avere idea della sua resistenza.
    Una esperienza così resterà comunque nella mente e, forse, nei sogni di chi l’ha sperimentata e si complimenterà con se stesso per averla vissuta. Ogni tanto potrà nascere il dubbio di aver osato un pò troppo ma il bello avrà sempre più appeal e uno sarà felice di averci provato quando c’erano ancora discrete probabilità di successo.

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