Spigolo delle Canne d’Organo – Costa della Scogliera – Argentario

postato in: Arrampicata, Vie lunghe | 0

Quest’anno per cambiare un po’, abbiamo deciso di fare una settimana di ferie al mare da me, dalle parti della bassa Toscana. Ero al corrente del fatto che in zona Argentario esistevano delle vie di arrampicata e così, oltre ai bagagli, ci siamo portati dietro tutto l’armamentario da scalata, la tenda, i sacchi a pelo e il necessario per goderci anche un po’ di roccia vista mare, giusto per non perdere l’allenamento.

Abbiamo scelto lo spigolo delle Canne d’Organo perché era una delle vie più lunghe e poi perché è attrezzato da montagna, quindi è necessario integrare con friend e cordini.
La via è molto estetica e procede sempre lungo lo spigolo che a tratti è anche esposto e con vista mozzafiato sulla baia.

Si tratta di una via che andrebbe fatta in inverno o nelle stagioni intermedie vista l’esposizione sud, ma non avendo altra scelta ci siamo dovuti attrezzare per farla in estate con 38° all’ombra, quindi partendo prestissimo la mattina e arrivando in cima prima che il sole iniziasse a scaldare troppo.

Ne è venuta fuori una via divertente, molto facile ma parecchio gradevole, per l’ottima qualità della roccia (sempre gripposa e piena di buchetti e tasche) e con una vista davvero top sul mare!
Consigliata per godersi un paio d’ore di divertimento e spensieratezza in un ambiente da favola come quelli che l’Argentario sa regalare.

 

Accesso e avvicinamento

Da Porto Ercole, si prende la strada che sale in direzione del forte. Si tratta della “via panoramica”, una strada che collega Porto Ercole a Porto Santo Stefano. Superato il forte, si procede per un paio di km finché si vedrà apparire sulla destra la formazione rocciosa della “Costa della Scogliera”.
Giunti praticamente sotto alla formazione rocciosa, si può parcheggiare in uno degli slarghi della strada. In uno di questi slarghi c’è un deposito della spazzatura. Circa 40-50 metri dopo il deposito della spazzatura, sulla destra, c’è un cartello di proprietà privata alla base del quale troverete un ometto di pietra. Da lì parte il sentiero che si inoltra nella macchia e che porta fino alla base della parete. Troverete delle corde fisse nei punti più ripidi. Ad un certo punto, giunti ormai in prossimità delle prime rocce, prendete una traccia sulla sinistra che conduce in breve alla base di una grossa roccia. Da lì, se andate qualche metro a destra, potrete attaccare nel diedro che rappresenta la variante 1a (vedere foto). Altrimenti, potete salire con il sentiero sulla sinistra fino a raggiungere la parete più verticale da cui attacca la via vera e propria (vecchio cordino blu su pianta). Noi abbiamo scelto la prima ipotesi, giusto per allungare la via di qualche metro.

 

Descrizione dei tiri

1a – Variante III (15mt) – Salire un diedro fessurato per una decina di metri, poi deviare verso sinistra in direzione di una pianta sulla quale è presente il cordino blu da cui attacca la via vera e propria.

1 – IV+ / III (25mt) – Risalire lungo un’ampia fessura con un paio di passi più difficili all’inizio. Poi all’uscita della fessura, si procede per roccette fino ad’una zona più erbosa dove si sosta (mi pare su cordini).

2 – IV+ / IV / III (33mt) – Bel tiro, divertente! Dalla sosta si può salire un ampio diedro sulla sinistra (IV+) oppure procedere per la fessura sulla verticale (IV) deviando poi leggermente a sinistra verso la fine. Ultima rimontina per uscire dalla parete e poi per roccette fino alla catena.

3 – IV / III (25mt) – Tiro semplice ma molto carino ed estetico che si sviluppa lungo lo spigolo e che attraversa un paio di punti aerei ed esposti. Poi per roccette fino ad un terrazzino con sosta su cordini.

4 – III+ (20mt) – Da qui in poi la via è tutta per facili roccette lungo lo spigolo. Si può fare sosta un po’ dove si vuole ma si incontreranno comunque dei punti con cordini senza bisogno di inventarsi protezioni a friend. Si possono fare altri due tiri fino in vetta, tutti di difficoltà attorno al III grado.

 

Discesa

Seguire il sentiero che dalla cima attraversa a sinistra superando un canalone verticale ed un secondo pinnacolo. Da lì si inizia a scendere in modo deciso. Attenzione al terreno che non è il massimo della vita.
Ad un certo punto si raggiunge una balza rocciosa. Qui è possibile fare una calata in doppia (presente moschettone) oppure disarrampicare per facili roccette (attenzione che cadendo qua ci si può fare molto male) seguendo le corde fisse. Noi abbiamo disarrampicato perché ormai faceva un caldo bestia e volevamo levarci di torno il prima possibile, ma la calata ci stava per evitare pericoli.
Poi sempre per sentiero e corde fisse fino a ritrovare l’attacco della via e ultimo tratto di sentiero già affrontato in salita fino alla strada.

 

Print Friendly, PDF & Email
Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *