Pizzo del Diavolo della Malgina – Orobie con le prime nevi

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VALBONDIONE – BG (950 mt) – RIFUGIO CURO’ (1.915 mt) – PASSO DELLA MALGINA (2.705 mt) – PIZZO DEL DIAVOLO DI MALGINA (2.926 mt) – disl. complessivo 2.000 mt – sviluppo 24 Km circa – trekking – alpinistica – via normale

L’obiettivo della gita non era una cima, ma un giro ad anello sulle Orobie: il Diavolo però ci ha messo lo zampino 😉 o forse è stato il meteo

Ma andiamo con ordine: le Orobie sono bellissime, motivo per cui, vista la domenica settembrina di sole, le abbiamo scelte come meta della nostra gita, ma anche faticosissime, dato che quasi qualsiasi programma prevede un avvicinamento di 1000 metri di dislivello, da sommarsi a quanto seguirà. Avendo dalla nostra un’estate intensa dal punto di vista alpinistico, avevamo pensato ad un lungo giro ad anello, da Valbondione fino al Curo’, svalicando per il Passo della Malgina, per poi ridiscendere dalla Valmorta e riprendere i nostri passi al Lago del Barbellino.
Peccato che nei giorni precedenti abbia messo neve, rendendo poco prudente la discesa dalla Valmorta: al passo c’è chi salira gli ultimi 200 metri sino al Pizzo per consolarsi e chi invece si godrà un panino in quota 😀

Si parte dal parcheggio di Valbondione, seguendo le indicazioni già visibili in paese per il Rifugio Curò, su una gippabile che risale il bosco tenendosi sul versante idrografico sinistro della valle, solcata dal fiume Serio; le omonime cascate si fanno via via più vicine (in alcuni giorni dell’anno, da giugno ad ottobre, la diga del Barbellino apre le barriere, e le cascate diventano un vero spettacolo della natura: sono le più alte d’Italia e le seconde in Europa… trovate le date qui).
Arrivati circa all’altezza delle cascate è possibile scegliere tra il sentiero panoramico -più lungo e meno pendente, lo faremo al ritorno- e la direttissima che sale dritta verso il Curò.

Il Rifugio sorge proprio sulle sponde del Lago Artificiale del Barbellino, accanto all’omonima diga, e accanto c’è un piccolo gioiellino di architettura contemporanea, l’Ostello Curò, ristrutturato nel 2013 e forse la struttura di questo tipo a quota più alta in Europa: è raro, ma a volte succede che la mano dell’uomo sappia ancora costruire il paesaggio, come avveniva anticamente.

Costeggiando l’invaso artificiale, bellissimo in una giornata dal cielo terso come quella odierna, si prosegue risalendo il Serio entro la valletta superiore: i paesaggi sono davvero magici, i colori brillanti come solo in autunno… è ancora estate sì, ma anche la spruzzata di neve che appena imbianca le cime limitrofe insegna che in montagna le stagioni arrivano prima.

All’altezza del bivio tra il Lago del Barbellino Superiore (quello naturale ndr) e il Passo Caronella/Giro dei Laghi seguiamo quest’ultimo segnavia, salendo a sinistra in una valletta solcata da un torrentello: dopo qualche centinaio di metri di dislivello si arriva al Lago della Malgina, un bacino naturale di acqua limpidissima posto a 2340 mt e circondato da un anfiteatro di cime.

Qui per un attimo ci perdiamo i bolli, ma il sentiero che conduce al Pizzo del Diavolo di Malgina è segnato anche con ometti, e prosegue sulla pietraia restando in quota rispetto al lago, salendo con pendenza costante fino ad un pianoro superiore (direzione opposta a quella più evidente per il Passo Caronella/Lago di Gelt). Incontriamo la prima neve di stagione, morbida e bianchissima, ancora troppo poca per diventare un problema, dunque procediamo per ometti piegando a destra, verso il passo che diventa via via sempre più evidente. E qui… sorpresa, c’è un altro Lago: a quanto pare non ha un nome, ma la sua forma, che poi vedremo dall’alto, è quella di un cuore <3 <3 <3 !

Da qui fino al Passo della Malgina il sentiero è piuttosto logico ed evidente, lo seguiamo su ghiaino e sfasciumi: dei trekkers locali ci anticiperanno che scendere dalla Valmorta, sul versante opposto, non è auspicabile, a causa della neve, della pendenza e del tipo di terreno. Noi non conosciamo questo sentiero, ma ci fidiamo, anche perchè la gente che frequenta queste montagne… non scherza per niente!

Al Passo della Malgina Gabriele farà l’ultimo sforzo alpinistico per raggiungere la Cima e godersi il meritato 360, mentre io (Erica) e Teo opteremo per una magra e fredda pausa pranzo con vista.

La discesa, per la stessa via della salita, sarà rapida e indolore, ma solo perchè quest’estate abbiamo fatto gamba: trattasi di 2000 metri di dislivello per 24 Km, percorsi in 7 ore e 30 pause comprese, che comunque, in giornata, si sentono eccome. Quindi non chiedetevi perchè la gente che si incontra su queste montagne va così forte! 😉

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