Alpe Veglia – anello glaciologico al fu-ghiacciaio d’Aurona

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LOC. PONTE CAMPO – S. DOMENICO, VARZO (VB) (1.420 mt) – ALPE VEGLIA (1.750 mt) – BOCCHETTA D’AURONA …quasi! – disliv. positivo 1.600 mt – sviluppo 20 Km circa – trekking

Nonostante si tratti ufficialmente di un sentiero glaciologico, partiamo fugando ogni aspettativa riguardo alla cartellonistica esplicativa sul sentiero F28 :  se mai c’è stata, ora non esiste più. Dovrete dunque farvi ragione da soli dei paesaggi, delle rocce, dei minerali e della morfologia della bellissima valle che attraverserete. E dovrete farvi una ragione anche dell’imponente arretramento del fronte del ghiacciaio d’Aurona, fatto che oltre ad essere triste di per se, in assenza di copertura nevosa, vi renderà ahimè impossibile raggiungere la bocchetta, se non prendendovi dei rischi (troppi rischi, infatti noi abbiamo fatto dietrofront a meno di 100 metri dalla bocchetta).

Ora passiamo alle belle notizie: l’Alpe Veglia e la Valle d’Aurona sono un paradiso, per di più lungo il sentiero, superata la piana di Veglia, noi non abbiamo incontrato anima viva, eccezion fatta per qualche pennuto.
Il che è abbastanza incredibile, visto che il sentiero glaciologico è davvero bellissimo e privo di difficoltà alpinistiche. Serve solo un po’ di gamba, visto che si deve obbligatoriamente parcheggiare presso la Località Ponte Campo di San Domenico (3€ l’intera giornata), risalendo poi tutta la gippabile fino all’Alpe Veglia prima di cominciare l’escursione vera e propria.

La mulattiera, in parte sterrata e in parte acciottolata, sale ripida alla sinistra del torrente Cairasca, incuneato in una gola stretta e profonda: la segnaletica riporta un’ora e mezza per arrivare a Veglia, noi ce la siamo cavata in 50 minuti, considerando anche la pausa per salutare e fotografare le caprette che arrivavano in direzione opposta.

La conca dell’Alpe Veglia si dispiega poi in tutta la sua bellezza: ampi pascoli solcati da rivi, baite e piccoli agglomerati rurali con i tetti in pietra, vegetazione lussurreggiante, cavalli (niente mucche: non è più stagione!)… una meraviglia. Da qui noi proseguiremo verso il Lago delle Streghe, seguendo la segnaletica presente circa a metà del pianoro, sulla sinistra. Il sentiero per raggiungere il lago attraversa un boschetto letteralmente ricoperto da mirtilli: inutile dire che qui abbiamo rallentato parecchio, perchè di frutti ce n’erano ancora e non abbiamo potuto esimerci 😉

Superato il lago e ignorando una deviazione a destra verso il Lago delle Fate -molto più noiose delle streghe- il sentiero devia poi verso sinistra (bivio con scritta su roccia “Aurona”), superando la quota 2000 e risalendo su un altopiano stepposo dominato dalla sagoma del Monte Leone: si vedono bene i seracchi e le lingue di ghiaccio che sono sopravvissuti all’estate e che attendono di essere nuovamente ricoperti dalla neve. Il sentiero, sempre ben segnalato, piega poi verso destra fino a superare il torrente su un ponticello di legno: qui un cartello ci informa che stiamo camminando sopra il tunnel del Sempione!

A questo punto si può tornare a Veglia sul versante opposto, oppure proseguire verso l’Aurona e dunque verso il ghiacciaio; e noi qui andremo, attraversando una pietraia che doveva essere presumibilmente il fondo di un lago glaciale estinto racchiusa da alte morene. Dovremo camminare un bel po’ per arrivare al fronte del ghiacciaio, ritiratosi in maniera impressionante e in pessime condizioni: crepacciatissimo, solcato da rivi sotterranei e bucato da ampie caverne di ghiaccio. Di salirci sopra non se ne parla.

Il sentiero comunque prosegue sulla destra, ma noi ci avventureremo fino ad un certo punto: le cascate generate dallo scioglimento hanno reso il terreno infido, instabile e pericoloso, saliremo qualche decina di metri in fango e detriti prima di deciderci ad abbandonare l’idea di arrivare alla Bocchetta d’Aurona e al confine svizzero. Troppo pericoloso, e infatti la discesa di quella decina di metri sarà tutto fuorchè divertente…

Peccato, non resta che consolarci con un pranzo al sacco e poi ridiscendere per il sentiero incrociato all’andata, fino a Veglia. Qui andremo a visitare lo storico Albergo Alpino Monte Leone (che un tempo fu del mio bisnonno!) e faremo scorta di formaggi e yogurt d’alpe (vedi foto: ottimi!) per poi tornare a valle con il bottino, un po’ di chilometri macinati e la gioia di un’altra giornata in montagna.

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